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Posts Tagged ‘Riflessioni’

Noises, Sounds, Voices… Silences

4 Settembre 2008 23 commenti

gneghe gneghe gneghegneghegneghegneghegneghegneghe – la rete della camera da letto sopra la mia. Appartamento in affitto nel quale si sono alternati vari inquilini che, se sono in coppia, fanno sesso. Alcuni a volte, altri troppo…

fszzz fsz fstz fstz fszzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz – sistema di innaffiamento a timer del giardino oltre il muro… parte in diverse ore della giornata fino all’una di notte, circa

parapara, pappapappapara… perepere, peppepepppere… – esercizi di tromba, sax e trombone provenienti dalla scuola di musica un paio di case più giù

SBAM! – il portone, a tutte le ore quando si rompe la molla…

Ciao!… allora vai su quella url che ti ho mandato e guarda se ti piace il tema che ho messo…” – conversazione sussurrata al telefono dell’ufficio. Voce calda, esse perfetta, non come quella di noi romani… azz! ecco chi mi ricorda, quella di Max! Ma lui è di Udine… Vabbè, a noi quelli del nord ci sembrano tutti uguali: c’hanno ‘sta esse così dolce…

Ciao… scusa, ma ho lasciato il telefono a casa, oppure era spento, oppure non lo so…’so stanco, me’ fanno lavorà troppo… vabbè, miao!” – Altra conversazione al telefono, ma con il fiatone (in genere cammina mentre parla al telefono…)

………………………………………………………………………… – silenzi (dentro di me)

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La relatività

26 Agosto 2008 4 commenti

Escher - Print GalleryCi riflettevo una settimana fa: troppo spesso non ci accorgiamo di alcune cose scontate.
Lo so, non è un pensiero originale, ma mentre stavo salendo una ripida scalinata pensando al fastidioso problema che m’impediva di esporre le gambe al sole, ho visto un mio amico che saliva davanti a me con fatica a causa di un incidente che gli ha portato via mezzo piede e la mobilità dell’articolazione. Il pensiero che ho fatto immediatamente è stato: quanto ingigantiamo problemi che sono comunque risolvibili?

Pensavo che la maggior parte delle cose che ci rovinano l’umore sono temporanee e sono davvero poche le situazioni che non abbiamo modo di modificare.

Tutto è talmente relativo che, se ce ne ricordassimo nel momento in cui sembra che il mondo ci crolli addosso, forse saremmo in grado di trovare delle soluzioni in tempi brevi.
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L’estate del villaggio

21 Agosto 2008 17 commenti

Vastoh.8.00 sveglia + colazione
h.9.30 spiaggia, abbronzanti, panini, acqua, materassino, cellulare, libri, pallone, bocce, racchettoni
h.10.00/11.30 bagno
h.12.00 sole, panini, acqua
h.13.00 silenzio fino alle 15.00. Tutti a tavola, menomale la spiaggia si svuota, ma il pischello con la chitarra rompe i…
h.15.30 dopo la siesta di nuovo in acqua
h.16.00 riscendono tutti e urlano, schiamazzano e giocano a beach volley
h.17.00 al bar per una partitina a carte
h.18.00 balli di gruppo con l’animatore (parappapero, parappapà)… facce tristi e distratte che eseguono sempre gli stessi passi (ma perchè lo fanno se non si divertono?)
h. 19.00 doccia
h. 20.00 cena + Tv (che pure in vacanza non se ne può fare a meno)
h. 21.00 e vai con l’animazione! Un po’ di karaoke, spettacoli e barbecue sulla spiaggia; poi discoteca fino a mezzanotte
h. 00.00 silenzio, si dorme. Ma c’è sempre qualcuno che ride sommessamente e alza la voce dopo le due…

E così per almeno 15 giorni, tutti gli anni, non so da quanti anni sempre la stessa vacanza… Mi chiedo e ti chiedo, ‘village people‘:
1. che vacanza è, se fai le stesse cose che fai durante l’anno (a parte il mare)?
2. perché ho sempre l’impressione che fai finta di divertirti?
3. perché nell’unico periodo dell’anno che puoi vivere senza orari fai una vita da caserma?
4. e soprattutto, se proprio non puoi fare diversamente e ti ritrovi a trascorrere le tue ferie in un villaggio, perchè non provi a sfuggire agli orari e ai passatempi organizzati, facendoti la TUA vacanza?

Ho sempre più l’impressione che la libertà sia una parola tanto pronunciata quanto incompresa… non sappiamo come gestirla e ci ritroviamo a compiere sempre i soliti rassicuranti rituali che ci preservano dalle delusioni, ma che non ci permettono di crescere e scoprire cose nuove.

h. 16.40 fine della siesta, partitina al bar e poi balli di gruppo…

Lucy in the Sky with Diamonds

14 Agosto 2008 13 commenti

‘A girl with caleidoscope eyes’

Staring Girl by Tim BurtonNon l’ho mai scritto qui, anche se l’ho detto in vari modi, ma il nick che uso per scrivere su quest blog, Lucy Van Pelt, l’ho scelto per diversi motivi.
Il primo, il principale, è che come il personaggio di Schultz vivo dietro un banchetto dal quale, spesso mio malgrado, dispenso consigli e incoraggiamenti. Non sono furba come Lucy, però, e non mi faccio pagare. Ma, del resto, non sono nemmeno cinica e pratica come lei.

Non sono stata consapevole da subito di questo ruolo. In famiglia ero considerata una “musona”, un’asociale, una strana insomma, non come tutte le ragazzine tutte cuori e pupazzi di pelouche, ma tutti sapevano che ero abbastanza matura e, nel momento del bisogno, mi tiravano in causa.
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Scatole

11 Agosto 2008 7 commenti

Inscatolati fin dalla nascita“Da una parte c’è la scatola della donna potente, dall’altra la scatola della fidanzata e della moglie. E io non so come stare nelle due scatole”.

“Io non voglio vederti in una scatola. Ti amo proprio perchè non ci stai”.
Calista Flockart e Rob Lowe in Brothers&Sisters, 1°episodio 2°stagione

Ci ho pensato molto a questa frase e, sebbene ognuno di noi sia convinto di usare le scatole solo per conservarci foto, lettere e altri ricordi, capita sempre un momento della vita in cui senza accorgersene ci si ritrova chiuso dentro. E ci si chiede: ma chi mi ha messo dentro questa scatola? A ben guardare, nessuno ha il potere di rinchiuderci a meno che non siamo noi stessi a chiederlo. Il discorso sembra scontato, ma la riflessione di questi giorni è: attualmente non sono rinchiusa in nessuna scatola e questo dopo aver combattuto lunghe battaglie per uscire da quelle in cui mi avevano spinto a entrare, eppure mi ritrovo circondata da “inscatolati” e questo, a volte, mi fa sentire isolata.

Ci sono momenti, per fortuna solo momenti, in cui subisco il fascino delle scatole e cerco di capire in quale dovrei entrare… poi, però, mi rendo conto che non sarei più capace di starci dentro e allora cerco di trovare qualcuno che ne voglia uscire per venire a vedere il mondo con me. Ma le scatole sono comode e, credo, il mondo dovrò andarlo a vedere da sola (come del resto faccio da anni).

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