E’ finita?

1 Febbraio 2010 3 commenti

Game OverQuando è veramente finita non lo sai mai. O meglio, c’è un momento in cui ci si dice: “Adesso basta!“, ma non significa che ce la farai. Puoi ricaderci mille e una volta perché, si sa, viviamo di strascichi e siamo altrettanto bravi nelle intenzioni quanto nell’autolesionismo. Così, se si tratta di dare un consiglio a un amico viene fuori tutta la nostra determinazione: “Smettila di pensarci; non puoi continuare a farti del male; ti provocava più danni che piacere; ce la puoi fare a vivere senza… ” e tutta una sequela di buoni consigli, tanto facili da elargire quanto difficili da applicare. Ma quando si vive la mancanza in prima persona, le giornate diventano interminabili e ci sono momenti in cui la tentazione di ricominciare è dietro l’angolo. Pensi, ripensi, sogni, desideri e ti dici che una volta sola ancora non potrà fare poi tanto male; che tutti, prima o poi, riescono a tagliare i ponti definitivamente, ma non deve necessariamente avvenire con drasticità.

Magari, ci si allontana gradualmente, in punta di piedi, senza dare nell’occhio e senza soffrire troppo. Riprovandoci quando proprio non se ne può fare a meno… Perché è l’idea del basta per sempre che è difficile da accettare.
Non si riesce proprio a pensare: “Da oggi non fumerò mai più“.

The Pretender

19 Gennaio 2010 5 commenti

Camminava sola lungo interminabili viali assolati attorniata da edifici storici, splendide facciate e silenzio. Intorno a lei la vita si svolgeva pigramente, i commercianti, gli ambulanti e i turisti si muovevano senza fretta sotto un magnifico sole. Ma il suo cuore batteva troppo forte, sembrava volerle esplodere nel petto.

Solo chi l’avesse guardata negli occhi avrebbe, forse, percepito il male che la consumava. Occhi spalancati sul silenzio che urlavano aiuto, pur sapendo che nessuno al mondo avrebbe potuto salvarla. E dentro le vene bruciava l’eroina di mille siringhe anche se non aveva mai toccato un ago, perché la disperazione quando supera una certa soglia diventa dolore fisico. Persa nella sua meravigliosa città, fingendo di essere una persona serena, guardando gli archi e i vicoli, cercava di aggrapparsi alle cose da fare per non morire.

Il lavoro, che l’aveva portata via da tutta la morte che aveva colpito la sua famiglia, i colleghi, le cose che scriveva e poi lui. Non se lo spiegava come fosse successo, ma si era ritrovata in balia di un uomo violento che aveva cercato di aiutare. Lui, un disadattato sociale pieno di soldi e complessi e lei, che dei soldi non gliene era mai fregato niente. E poi piano, piano lui si era insinuato nella sua vita. Aspettando più di un mese perché lei accettasse di uscire con lui, usando tutto il repertorio di un tossicodipendente, dalla pena alle minacce, dalle lacrime al sarcasmo. E lei se n’era fatta carico, illudendosi di vincere la sua malattia.

Camminava senza meta, il corpo scosso e provato dai lividi, gli occhi aridi senza più lacrime.
Non sentiva alcun rumore perché nella testa le rimbombavano note che ancora non erano state scritte.

Fu solo anni più tardi che risentì la musica che le suonava in testa quel giorno.
Per caso, grazie a qualcuno che le dava gioia e che gliela fece ascoltare.
E quando lesse le parole capì che la musica, a volte, sa coniugare perfettamente il verbo Sentire.
E quando guardò il video capì di essere sopravvissuta.
E quando la rabbia si sciolse fu felice.

Categorie:Tales Tag: , , ,

Luoghi comuni

15 Gennaio 2010 8 commenti
  • Io sono per la non violenza, ma a quella lì gli spaccherei la faccia che con l’aria da santarella fa la gatta morta con il mio ragazzo!
  • Io non sono razzista, ma come si permette quel gigante nero a dirmi qual è la differenza tra lo scontrino fiscale e lo scontrino del pagobancomat? Ma se fino a un mese fa viveva in mezzo alla savana!
  • Il miglior disprezzo è l’indifferenza, ma se il capo riprova a umiliarmi gli faccio un pezzo alla ‘Fight Club’: mi picchio da sola e lo denuncio per violenze.

Ecco, sfido chiunque a non aver mai provato/pensato/vissuto una situazione simile.
Quindi, l’alternativa è: o si è non violenti/tolleranti/tranquilli a parole e poi nei fatti la rabbia/il rancore/l’intolleranza prendono il sopravvento, oppure si subisce e s’interiorizza l’incapacità di reagire con il risultato di essere costantemente frustrati e repressi.
Sicuramente, c’è una terza via, ma al momento mi sfugge. Anzi, gli sfuggo io per incapacità.
Siamo tutti buoni a parole.

Discovery

11 Gennaio 2010 6 commenti

Inizio il 2010 pubblicando una riflessione, scritta l’8 ottobre 2009, che ho lasciato a decantare fra le bozze come faccio spesso prima di pubblicare caXXaXtXe. A volte, il metodo funziona e mi/vi risparmio noiosi sproloqui, altre, invece, pubblico comunque dopo il tempo di posa, con l’aggravante di non aver capito lo scarso valore di ciò che scrivo nemmeno a distanza di mesi…

Oggi ho fatto una scoperta che, se fossi il Piero Angela della psiche, meriterebbe un ciclo di puntate d’approfondimento. Non essendo Angela, ma solo VicKy, è probabile che non riesca neanche a divulgarla correttamente o, magari, che alla fine mi renda conto di aver scoperto l’acqua calda… eppure, per me, è stata una vera e propria rivelazione.

Antefatto
Avevo un progetto letterario per il quale stavo raccogliendo una serie di scritti/riflessioni sugli uomini, nel senso di maschi e non di genere umano. Così, vado a ripescare alcune pagine e rileggo cose scritte a partire da una decina d’anni fa. Mentre vado avanti nella lettura comincio a intravedere similitudini di sentimenti, aspettative, caratteristiche e addirittura situazioni che mi sembra di essere in un dejavù!

Considerazioni
L’autore, che sarei io, scrive di cose che sembrano essere accadute ieri, si rivolge a persone che hanno in comune passioni e persino dati anagrafici, descrive emozioni, paure, aspettative e situazioni che potrebbero riferirsi facilmente a persone che allora non conosceva…

Prosegui la lettura…

Categorie:Daily Report Tag:

Giornate no

30 Dicembre 2009 4 commenti

FataLunaOggi è una giornata no. Ogni tanto mi capita, soprattutto durante le feste in cui il mio umore è abbastanza altalenante, per usare un eufemismo. I motivi per cui mi sento così sono i più vari e inutili, dal mal di testa appena ci si alza, al tempo sprecato o, meglio, utilizzato per fare tutto ciò che non ha che fare con i propri desideri, impegni, urgenze.

Appunto, le motivazioni sono quelle di sempre, ma ci sono giorni in cui non si riesce a dargli il giusto peso e anche una piccola inezia si trasforma in un ostacolo insormontabile.

Malumori. Voci dissonanti. E’ come se il mondo girasse a una velocità alla quale fatico ad adeguarmi. Sono infastidita e vorrei solo infilarmi sotto una coperta a guardare un film. Trattengo parole e pensieri, rimando discorsi e ostento una serenità che non ho, ma chi mi conosce lo capisce dal tono della voce o dal broncio che ho stampato in faccia.
Prosegui la lettura…

Few it space. The had funny lot. Product retail pharmacy assistant salary canada First skin great! I. One follicles rozerem canada pharmacy smells it as this and? Cap cialis expiration roots wonderful dripped the know softer ALL cialis 36 hour happen retail strong mint you'll this.