Non sapevo proprio come intitolare questo post perché volevo raccontare una giornata memorabile, il matrimonio di mio cugino, ma poi mi sono resa conto che quello è stato solo lo spunto per una serie di riflessioni. Quindi, tra il serio e il faceto, l’ho intitolato E no che non m’annoio, perché alla fine tutto si può dire della mia vita ma non che sia noiosa! Ora vi starete chiedendo cosa c’entra la foto d’apertura, ma leggendo il resto lo capirete.
Dunque, cominciamo dall’inizio. Mio cugino decide di sposarsi, non si sa bene a che pro visto che già convive e ha una bambina, ma probabilmente per soddisfare un capriccio dell’inquieta compagna fissa una data, il 5 luglio.
Lei vuole un matrimonio in grande stile (?), lui non naviga nell’oro, visto che manda avanti da solo la famiglia mentre studia per la specializzazione in chirurgia, ma per accontentarla decide di trasportare 150 persone (la cifra è esatta, non avete letto male) in un posto di collina a una cinquantina di Km da Roma. Beh, se non altro staremo freschi, penso, ma ciò non m’impedisce di temere l’arrivo del fatidico giorno. Prosegui la lettura…
Caro Giovanni,
noi non ci conosciamo e questo è proprio un peccato. Mi meraviglio che qualcuno non ci abbia ancora presentati o che tu non abbia mai sentito parlare di me… altrimenti, credo proprio che avresti voluto incontrarmi, sbaglio?
Mi chiamo LucyVanPelt, sono una ragazza determinata e sicura di se, so cosa voglio e quasi sempre come ottenerlo, ma sono anche molto generosa e metto la mia esperienza a disposizione di chi ne ha bisogno. Da piccola mi accusavano di cinismo, ma io mi difendevo soltanto dalle delusioni della vita nascondendo le mie debolezze. E poi, gira che ti rigira, alla fine tutti correvano da me quando avevano un problema. Ho un fratello che, alla copertina che si portava dietro da piccolo, ha sostituito la gonna della moglie, altrettanto rassicurante e inanimata… Ho un amico del cuore la cui testa rotonda, suo cruccio per anni, gli è valsa una cattedra alla facoltà di filosofia, e tanti amici che mi cercano a tutte le ore per confidarsi o per chiedere un consiglio. Prosegui la lettura…
Capita a volte che, dopo aver programmato un viaggio, arrivi il fatidico giorno e uno non abbia alcuna voglia di partire. Capita, poi, che sempre quello stesso soggetto si costringa a non lasciarsi vincere dalla routine e dallo stress e decida di partire, anche perchè la motivazione è forte: Bruce Springsteen and the E Street Band, unico concerto in Italia, reunion del rocker con la sua storica band, che di per se è già un evento.
Capita che, due giorni prima della partenza, piovano dal cielo altri due biglietti per il concerto e ti venga in mente quel ragazzo che ti aveva dato una mano a risolvere un problema con il Pc. “Mi piacerebbe portare mia mamma a vedere il Boss, lei ha sempre ascoltato la mia musica” aveva detto. Capita così che i due si diano appuntamento allo stadio di San Siro, dove si conosceranno di persona e dove assisteranno a una performance che si preannuncia favolosa. Prosegui la lettura…
Los Angeles – Sono le due di notte e il Red Carpet è affollato di attori, registi, sceneggiatori e addetti ai lavori che, in abiti di lusso, si apprestano a entrare nel Kodak Theatre per assistere alla notte degli Oscar. Ancora non sappiamo chi vincerà, ma di sicuro possiamo dire che uno dei grandi esclusi di quest’anno, Into the Wild di Sean Penn, è stato nominato da tutti… Non c’è stato uno, tra i registi o gli attori intervistati, che non ha inserito il film tra i migliori dell’anno non spiegandosi le ragioni dell’esclusione. Daniel Day Lewis, che personalmente voto come miglior attore a occhi chiusi, non avendo ancora visto Il petroliere, ha parlato a lungo degli esclusi di quest’anno, nominando la splendida interpretazione di Emile Hirsch e la regia di Sean Penn. Lo stesso hanno fatto gli ospiti che stanno commentando in diretta la serata su Sky. Into the Wild, nonostante l’esclusione, ha ricevuto finora più nomination della cinquina dei film candidati alla statuetta. Prima di darvi appuntamento a domani per il commento dei risultati, una nota sul Red Carpet dove hanno sfilato splendide attrici in altrettanti splendidi abiti, ma dove tra gli attori i più affascinanti c’erano Daniel Day Lewis e Javier Bardem. Due vere facce da cinema in corsa per l’Oscar come miglior attore protagonista il primo, per Il petroliere, e come miglior attore non protagoista l’altro, per Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen.
No, non si tratta di una nuova serie TV ambientata nella surreale provincia americana, questa è decisamente realta, realtà umana. Non che mi stupisca di sentire discorsi su come sono cambiati gli uomini, su quanti ancora ce ne siano in circolazione e sul perché quei pochi rimasti non siano disponibili, però ultimamente ho “registrato” alcune considerazioni piuttosto inquietanti da parte di alcune amiche e conoscenti. Sto parlando di donne che lavorano, con rapporti sentimentali stabili, che spesso convivono e non sono omofobiche. I loro compagni sono altrettanto affermati professionalmente, affettuosi, colti e disponibili al dialogo. Insomma, tutto bene, cos’altro si può volere da una relazione? Purtroppo, però, sembra che questi meravigliosi esponenti del sesso maschile a un certo punto vengano colti dalla sindrome della casalinga disperata, una brutta malattia che li induce a fare strani discorsi… Prosegui la lettura…
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