E anche un altro paio di scarpe mi ha lasciato… L’anno scorso era stata la volta delle lampadine fulminate. Ogni mese, a catena, a partire da quella della cappa della cucina per finire con quelle temporizzate del giardino, che mi sentivo tanto Agata e la tempesta.
Sembra, invece, che questo sia l’anno delle scarpe rotte, con i soliti infradito a salvarmi la vita. Stamattina, prima di uscire con i tanto amati sandali trasparenti, mi è venuta l’idea di portarmi appresso anche quelli di gomma. “Chissà, magari in ufficio sto più comoda, tanto sono da sola… ecc. ecc.”.
Faccio per scendere dalla macchina e ZAC! una delle due fascette si trancia di netto… Azzz! Se non avessi avuto dietro il provvidenziale ricambio mi toccava andare scalza nel primo negozio ancora aperto… E dire che quest’anno ho unghie di mani e piedi bellissime, tutte da mettere in mostra… bah! Avvertimenti? Coincidenze? Sfiga? Che vorrà dì?
Intanto:
1. l’acqua potabile in ufficio scarseggia, il mio ufficio si è allagato la scorsa settimana e io ho pensato bene di “tuffarmici”, con il risultato di ottenere un paio di graffi e lividi diffusi
2. il milanese parte per Parigi e io non posso andare causa no money
3. qui fa un caldo “teribbbile” e la “bagnarola” dei miei è ancora vuota
4. non ho ancora messo piede al mare neanche una volta
5. si suda, si suda, ahhh quanto si suda…
Tutti i riferimenti a persone e a fatti realmente accaduti sono casuali. Lo stesso non si può dire per i sentimenti e le sensazioni descritte.
Guardò in quegli occhi scuri e sinceri ritrovando un sorriso che aveva amato. Era un puro, nel bene e nel male. Una persona alla quale non si può non voler bene e lei, capace di scovare del romanticismo anche nel più indifferente degli indifferenti, non aveva proprio resistito a quel bravo ragazzo. Il primo dopo anni. Avevano consumato una breve storia d’amore, più breve di ciò che avrebbe potuto essere, ma la vita difficilmente si attiene alle potenzialità. Così era finita, ma il vero motivo nessuno dei due lo conosceva: entrambi avevano la loro spiegazione, ma solo il tempo avrebbe dato ragione a uno dei due o, forse, a nessuno. Prosegui la lettura…
L’assetto è importante. In macchina o in moto, l’assetto giusto serve a non farti cadere e a farti godere al massimo le gioie della guida, ma la posizione che assumi dice qualcosa anche di te.
Io guardo sempre l’assetto, per imparare e per capire. Mi piace guardare come guidano le persone, soprattutto gli uomini (c’ho ‘sta debolezza!), sia che mi trovi seduta accanto a loro, sia che stia dietro in moto, ma anche quando li vedo sfrecciare mentre viaggio con lo scooter. Prosegui la lettura…
Domenica sera. Cena a casa di amici. Sei commensali, due coppie, due single. Il vino è buono e fresco, la cena scivola via tra argomenti disparati, risate e musica di sottofondo. Tra un commento e una considerazione, il padrone di casa cerca di ricordare, conoscendo la mia nota passione per cinema e colonne sonore, un pezzo di musica tratto dal film Dal tramonto all’alba (1996). Il brano è quello in cui una superlativa Salma Hayek si esibisce in una sensualissima danza con serpente. Si tratta di After Dark di Tito & Tarantula e mi ritorna in mente l’intera sequenza.
Premetto che, negli anni, ho spesso sottoposto gli amici alla visione di alcune scene cinematografiche per verificare se condividevano la mia idea di rappresentazione della sensualità. Ricordo che quella scena in particolare (se non l’avete mai vista, guardatela qui, ne vale assolutamente la pena!) si è impressa nella mia mente. Il momento in cui lei si versa una bottiglia di whisky (birra?) lungo una gamba, mettendo il piede in bocca allo psicopatico personaggio, interpretato da Tarantino, è secondo me una delle scene più sensuali del cinema, di quelle che s’imprimono nell’immaginario. Prosegui la lettura…
La città si svuota, come ogni fine settimana d’estate, e il sole riscalda l’asfalto desolato percorso solo da qualche autobus a corsa obbligatoria. Oggi piove. Un leggero scroscio costante che non attenua il caldo afoso di luglio. Che strana giornata. A tratti la luce del tramonto sbuca tra nuvole passeggere, gli alberi tornano a respirare e la radio trasmette Life on Mars di David Bowie.
E un pò mi sembra di essere su Marte, da sola per strada a pensare al passato. Uno sguardo lontano alle vite che ho vissuto, alle idee che ho difeso, alle persone che ho amato. Ripenso a me come a un’altra che non c’è più. E niente c’è più… neanche le persone di oggi con le quali non posso essere me stessa. Mi sento come qualcuno che sta partendo per l’Australia e sa che non rivedrà più le stesse cose, le stesse strade, la stessa gente.
Non so dov’è la mia Australia, ma sento che sto per andare via da questa vita che oramai non mi appartiene. Sono sola davvero, ma non mi fa paura, ho solo voglia di essere quella che sono senza scontrarmi ogni giorno con sguardi perplessi, toni interrogativi e persone che non mi interessano.
Una strana giornata, un’inutile domenica. A breve indosserò di nuovo il sorriso di colei che non c’è più e il sole asciugherà anche le ultime lacrime del cielo.
Qui il video della versione in portoghese da Le avventure acquatiche di Steve Zissou… oggi questo pezzo lo sento così, dolce e un pò malinconico, ma senza la disperazione di quegli anni…
V-Visitors