Ci riflettevo una settimana fa: troppo spesso non ci accorgiamo di alcune cose scontate.
Lo so, non è un pensiero originale, ma mentre stavo salendo una ripida scalinata pensando al fastidioso problema che m’impediva di esporre le gambe al sole, ho visto un mio amico che saliva davanti a me con fatica a causa di un incidente che gli ha portato via mezzo piede e la mobilità dell’articolazione. Il pensiero che ho fatto immediatamente è stato: quanto ingigantiamo problemi che sono comunque risolvibili?
Pensavo che la maggior parte delle cose che ci rovinano l’umore sono temporanee e sono davvero poche le situazioni che non abbiamo modo di modificare.
Tutto è talmente relativo che, se ce ne ricordassimo nel momento in cui sembra che il mondo ci crolli addosso, forse saremmo in grado di trovare delle soluzioni in tempi brevi.
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Guardo un disimpegnato teen-movie e mi commuovo. Lo guardo ogni volta che lo trasmettono perchè il protagonista maschile è Heath Ledger, che aveva 20 anni ed era bellissimo, e perchè lei, Julia Stiles, assomiglia molto a Carlotta. Come la protagonista del film, anche lei è bionda, bellissima ed è un’adolescente. Quando è arrivata, 14 anni fa, non credevo di poter amare così tanto la figlia di mio fratello, ma quando l’ho vista ho provato un tuffo al cuore: era identica al padre appena nato, a quel fratello tanto desiderato che si doveva chiamare Andrea.
Carlotta è sempre stata bella e io provavo una gioia immensa quando me la lasciavano tenere, non troppo spesso in verità. Non la dimenticherò mai, ad appena 4 anni, seduta in mezzo a una cucciolata di dalmata che la mordicchiavano e le saltavano addosso; nè la sua felicità quando la portavo al cinema e le lasciavo comprare tutte le caramelle che voleva.
Adesso Carlotta si è innamorata e chissà quante altre volte le succederà, ma ora è lontana da me e non ho modo di parlarle e provare ad asciugare le sue prime brucianti lacrime d’amore. Presto tornerà e spero di riuscire a trascorrere una serata con lei, anche se stavolta non porterò al cinema una bambina, ma mi ritroverò con una ragazza che fa discorsi da adulta. Forse mi aprirà il suo cuore e io spero davvero di essere all’altezza…
La amo per mille motivi e anche perchè si chiama come la bambina che avrei voluto avere.
Sembra che destabilizzare sia la carta vincente, in amore. Pare che, invece, essere persone rassicuranti, presenti e capaci di ascoltare conduca solo ed esclusivamente alla condizione di ‘tappetino‘ – chiama quando vuoi, ci sono se hai bisogno, in fondo ti voglio sempre bene, cosa importa se mi hai preso a calci? –
Sembra che la strada migliore non sia rielaborare il torto e provare a costruirci su un rapporto nuovo, se possibile, quanto piuttosto incazzarsi e impedire qualsiasi contatto fino alla dichiarazione di scuse riparatoria, quella che in genere conduce al matrimonio o alla convivenza…
Come dice un caro amico, “tu ci SEI sempre, qualsiasi torto subisca, alla fine ci sei, come se non fosse successo niente” dando per scontato che anche l’altro abbia elaborato e sia pronto a comportarsi diversamente, aggiungo io.
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h.8.00 sveglia + colazione
h.9.30 spiaggia, abbronzanti, panini, acqua, materassino, cellulare, libri, pallone, bocce, racchettoni
h.10.00/11.30 bagno
h.12.00 sole, panini, acqua
h.13.00 silenzio fino alle 15.00. Tutti a tavola, menomale la spiaggia si svuota, ma il pischello con la chitarra rompe i…
h.15.30 dopo la siesta di nuovo in acqua
h.16.00 riscendono tutti e urlano, schiamazzano e giocano a beach volley
h.17.00 al bar per una partitina a carte
h.18.00 balli di gruppo con l’animatore (parappapero, parappapà)… facce tristi e distratte che eseguono sempre gli stessi passi (ma perchè lo fanno se non si divertono?)
h. 19.00 doccia
h. 20.00 cena + Tv (che pure in vacanza non se ne può fare a meno)
h. 21.00 e vai con l’animazione! Un po’ di karaoke, spettacoli e barbecue sulla spiaggia; poi discoteca fino a mezzanotte
h. 00.00 silenzio, si dorme. Ma c’è sempre qualcuno che ride sommessamente e alza la voce dopo le due…
E così per almeno 15 giorni, tutti gli anni, non so da quanti anni sempre la stessa vacanza… Mi chiedo e ti chiedo, ‘village people‘:
1. che vacanza è, se fai le stesse cose che fai durante l’anno (a parte il mare)?
2. perché ho sempre l’impressione che fai finta di divertirti?
3. perché nell’unico periodo dell’anno che puoi vivere senza orari fai una vita da caserma?
4. e soprattutto, se proprio non puoi fare diversamente e ti ritrovi a trascorrere le tue ferie in un villaggio, perchè non provi a sfuggire agli orari e ai passatempi organizzati, facendoti la TUA vacanza?
Ho sempre più l’impressione che la libertà sia una parola tanto pronunciata quanto incompresa… non sappiamo come gestirla e ci ritroviamo a compiere sempre i soliti rassicuranti rituali che ci preservano dalle delusioni, ma che non ci permettono di crescere e scoprire cose nuove.
h. 16.40 fine della siesta, partitina al bar e poi balli di gruppo…
Mi è sempre piaciuto leggere. Immergermi in storie fantastiche o nelle vite di personaggi più o meno immaginari mi ha permesso di viaggiare con la fantasia, ma anche di aprire nuove porte. Amo la letteratura, mi piace scrivere e mi emoziono particolarmente quando ricevo qualcosa che è stato scritto per me. Non mi capita spesso. Però, a volte, leggendo qua e là nella rete m’imbatto in cose che mi colpiscono particolarmente. Sono pensieri dai quali emergono emozioni che mi appartengono, anche se chi le scrive vive lontano da me e segue strade diverse dalle mie.
Avrei voglia di rispondere, ma ho come l’impressione di entrare dentro un’anima senza il permesso. Vorrei dire che ci sono, che anche io provo e sento le stesse cose, ma so che quelle parole non sono state scritte per me. Eppure…
Eppure ci sono parole che toccano i sensi e sento quei sapori e quegli odori che chi ha scritto ha assaporato in un momento diverso dal mio. Forse voglio crederlo o, forse, siamo più vicini di quel che crediamo.
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