Ma è possibile piangere all’ennesima visione dell’ultima puntata di Sex&theCity?! Ieri notte trasmettevano nuovamente gli ultimi due episodi della stagione conclusiva, la sesta, e io, mentre fuori impazzava un temporale da film horror, non ho resistito alla tentazione di fare un ripasso.
Passata l’una di notte, mi aggiravo per casa in versione Donnie Darko, con il cappuccio in testa per via del mal di orecchi (effettivamente mi mancava, credo che l’ultima volta che l’ho avuto andavo alle elementari) e shorts da notte bianchi con elefantini azzurri stile ‘american teenager’, facendo la spola tra la finestra, per controllare il livello dell’acqua in giardino, e il Pc. Prosegui la lettura…
di|stàn|za
s.f.
1a spazio che intercorre tra due luoghi, due cose, due persone e sim.
1b geom., d. di due punti: segmento di retta che congiunge due punti
2 estens., lontananza: a causa della d. ci vediamo raramente
3 estens., intervallo, spazio di tempo: tra me e mio fratello c’è una d. di tre anni
4 fig., differenza, diversità: c’è un’incolmabile d. tra le opere di questi due scrittori
5 sport, nelle gare di corsa, la lunghezza del percorso: coprire la d. in tempo di record
Ma come si misura la distanza che c’è nelle parole? Parole buttate a caso, oppure no, ma comunque pronunciate con il tono che ti porta a mille miglia di lontananza da chi le dice…
Non ci sono unità di misura per queste distanze, eppure sono le più difficili da colmare.
A volte non si colmano mai.
Stasera ho sentito una grande distanza nelle parole, nei toni e anche nelle assenze.
Riflettevo sul fatto che quotidianamente, senza neanche farci troppo caso, mettiamo insieme notizie, dati, voci e imput che ci arrivano dai giornali, dalla Tv, dal Web, dai colleghi, dai capi o dagli amici e ne traiamo conclusioni. Lo facciamo nella vita, ma ancor più sul lavoro. Costruiamo un quadro mettendo insieme centinaia di pezzi e siamo convinti di avere così una visione più o meno completa della realtà. Eppure, capita spessissimo che i pezzi non li mettiamo al posto giusto e la realtà che ci prefiguriamo si altera non poco… Ora, quando questo capita a un medico che mette insieme i sintomi e i valori delle analisi in maniera, diciamo così, approssimativa a seconda della sua esperienza, della specializzazione o, anche, in virtù del fatto che ci tiene a risolvere un problema, che succede? Accade che uno si ritrova con una serie di diagnosi, incredibilmente contrastanti tra loro nelle premesse (?!), con una serie infinita di flaconi e pillole da distribuire nell’arco della giornata e, a distanza di 5 mesi, i sintomi sono gli stessi anzi, se possibile, si sono moltiplicati o sono peggiorati.
Mi sa che ho bisogno del Dr. House…
Beh, io adoro queste strisce, anche se spesso ho una difficoltà enorme a tradurle perchè l’autore è un fisico e usa simboli ed espressioni matematiche per le sue vignette. Questo è l’avvertimento che trovate sul suo sito:
Warning: this comic occasionally contains strong language (which may be unsuitable for children), unusual humor (which may be unsuitable for adults), and advanced mathematics (which may be unsuitable for liberal-arts majors).
Però, proprio per questo, non scrive mai cose banali e il suo tratto scarno contiene in sè un movimento che contribuisce in maniera determinante al sense of humour dell’autore. Per godervi le strip di Randall Munroe potete andare sul suo sito, xkcd.com
Qualcuno ha avuto il tempo e la voglia di tradurlo ed esiste un sito non ufficiale in spagnolo citato dall’autore il quale, peraltro, si dimostra anche molto disponibile a eventuali iniziative del genere. C’è qualche matematico disoccupato e disponibile per tradurre il sito in italiano?! 😀
Il 9 settembre 1998 moriva Lucio Battisti. Non amo la musica italiana, ma ci sono pochi artisti per i quali faccio un’eccezione e, sicuramente, Lucio è uno di questi. Sono cresciuta con le sue canzoni perchè era uno dei cantanti preferiti del mio mitico zio Franco e io avevo solo 4 anni quando mi scarrozzava in Cinquecento e mi faceva ascoltare la musica di Battisti.
Devo dire che, ancora oggi, è uno dei pochi cantanti italiani che ascolto sempre con piacere. Adoro i suoi testi e quella voce così unica, a volte anche sgradevole, ma che riusciva a comunicare gioia o disperazione in maniera diretta e vera. Non posso citare tutti i pezzi indimenticabili che ci ha lasciato, ma voglio proporvi tre brani da riascoltare, alcuni minori rispetto a capolavori come Emozioni o I giardini di marzo, ma con delle parole assolutamente meravigliose, capaci di raccontare l’amore con semplicità, perchè secondo me è così che è l’amore, siamo noi che complichiamo tutto.
- Perché no
Scusi lei, mi ama o no? Non lo so però ci sto…
oops, avevo detto tre… vabbè, potrei continuare per ore, ma mi fermo. La parola a voi, se volete proporre qui un suo pezzo da riascoltare.
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