Tra tutte le feste quella della Befana è l’unica che mi è sempre piaciuta. Ricordo che quando eravamo bambini, mio fratello ed io aspettavamo questa notte con trepidazione. Non si facevano richieste, né si scrivevano letterine alla Befana, perché lei portava solo ciò che voleva, quello che credeva ci meritassimo, e arrivava solo e soltanto se noi eravamo addormentati.
Facevamo degli sforzi enormi per restare svegli, ma a un certo punto cedevamo e al risveglio, muovendo i piedi sotto le coperte, sentivamo qualcosa scricchiolare, un leggero peso ai piedi del letto… era la calza piena di dolci, ma a volte il peso era maggiore e allora provavamo a indovinare cosa ci avesse lasciato, cosa ci eravamo guadagnati.
Erano regali semplici, magari un libro, ma il modo e le motivazioni con cui arrivavano ci rendevano spesso più felici di quanto ci rendessero i regali di Natale. Erano altri tempi, Babbo Natale non doveva impazzire con videogame, lettori mp3, playstation o nintendo DS, per lui le cose erano più semplici e, forse, anche per noi.
Sta di fatto che mentre il “ciccione con il vestito rosso” doveva in qualche modo accontentarci, La Befana non aveva obblighi e se ci lasciava poca roba dovevamo solo prendercela con noi stessi. Alla fine ci ha resi sempre felici, tranne una piccola défaillance… c’è stata una volta, infatti, in cui ho ricevuto un inaspettato guantone da baseball che faceva coppia con la mazza ricevuta da mio fratello. Ricordo che ci siamo guardati con aria interrogativa, pensando che la Befana, forse troppo stanca, ci avesse lasciato i regali di qualcun altro, ma poi abbiamo anche provato a utilizzarli. Sembravamo proprio Linus e LucyVanPelt…
Questo testovale più di mille parole, la voce di James Hetfield ‘grida sommessamente’ dentro di me e la musica di questa versione è bellissima. Oggi mi sento esattamente così.
Non mi piace la veemenza, quella nelle parole dette e scritte, quella che a volte trasuda ed esplode anche dalle persone più miti, anche la mia quando a volte m’incazzo per i piedi che mi faccio mettere in testa.
Non mi corrisponde, non sono così e non voglio averne bisogno per farmi rispettare.
Il rispetto degli altri non deve essere una richiesta, ma la base di ogni rapporto.
Mi accorgo di essermi innamorata della dolcezza e della tolleranza, dell’affettività e della sensibilità, ma quando tutto ciò si è volatilizzato in un gesto o in una parola, sono rimasta annichilita e non ho saputo rispondere con un sorriso di sufficienza: ho sentito crescere dentro di me la veeemenza dettata dal dolore.
Ecco, voglio augurare a tutti e a me stessa un 2009 di sorrisi veri e pieni, ma anche di sufficienza, laddove la violenza e la mancanza di rispetto si manifestino in modo subdolo e sottinteso. E la veemenza lasciamola ai politici e ai giornalisti che la usano per affermare idee prive di contenuto.
Noi sorridiamo. Buon Anno.
Poche parole per esprimere la mia totale ammirazione per il gruppo dei Norma che ha meravigliosamente accompagnato l’esibizione di Tom Jones in Carramba che fortuna, ieri sera su Rai Uno. Lo riconoscete nella foto?! No, non sto parlando di Tom Jones, che ogni volta che lo ascolto mi viene in mente la scena di Mars Attacks quando canta in mezzo ai cerbiatti, ma del batterista alle sue spalle… Sì, è proprio lui, Claudio dei Norma, altresì detto Claudietto, una delle penne più originali tra i commentatori di questo blog e non aggiungo altro! Gustatevi la sua esibizione!
Carramba che fortuna… che ho io a conoscerlo! 😀
Qualcuno un paio di giorni fa mi ha detto che mi vedeva ‘compressa’, come se fossi sul punto di esplodere… Ora, premesso che: A. alla persona in questione stavo esponendo dei fatti dei quali era utile, secondo me, che venisse a conoscenza B. non stavo chiedendo nulla di personale C. mai, come in questo periodo della mia vita, mi sono sentita meno compressa; non dico che sono felice, ma mi sento molto bene (a parte il fisico, ma sto provvedendo piano, piano) D. la persona in questione è sul gradino più alto del podio dei ‘compressi’ che conosco
Ho deciso di fare outing e di ‘confessare’ 20 cose che detesto e 20 cose che mi piacciono, mai dichiarate (se non ai più intimi), a costo di farmi dei nemici. Prosegui la lettura…
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