Ci sono titoli che racchiudono in sé la bellezza e il significato di libri, film e canzoni. Quando hai il titolo, spesso, hai già in mente il post, il brano o il racconto che vuoi scrivere. Si potrebbero utilizzare i titoli per scrivere la biografia di uno scrittore. Si potrebbero raccogliere titoli di post per scoprire chi è un blogger. L’idea è nel titolo, se lì non c’è non c’è neanche nel film o nella canzone. Magari, poi, devi capire cosa significa.
Stamattina vorrei scegliere tra titoli già scritti per dire quello che ho dentro. E penso ad alcuni dei film presentati alla 66° Mostra d’arte cinematografica di Venezia. Le produzioni italiane: Negli occhi
Questioni di punti di vista
Io sono l’amore
Il Piccolo
Cosmonauta
Prove per una tragedia siciliana
Le altre produzioni: Poeti
Il colore delle parole
Survival of the Dead
Il grande sogno
The Road
A Single Man
Mr. Nobody
Li leggo e penso che ognuno corrisponde/coincide incredibilmente con uno dei miei pensieri, sintesi perfetta di emozioni e considerazioni che mi attraversano la mente.
E se qualcuno mi chiedesse alla romana: “Ma tu, come t’antitoli?!”
Oggi risponderei: “Calma, dignità e classe“.
Non so bene perché, ma ultimamente penso alla danza. E’ un pensiero che non ha contorni netti, piuttosto una serie d’immagini in cui danzo scene di musical, valzer o assoli di moderna e contemporanea.
Io amo il ballo, ma come spettatrice o, ai limiti, come ballerina ‘sotto la doccia’. Nel senso che, come chi canta sotto la doccia, mi capita spesso di ballare da sola in casa, mentre metto in ordine o spolvero ascoltando musica.
H. 4.20 del mattino, la lavatrice centrifuga dentro l’armadio. Due ore fa mi sono svegliata dopo essermi addormentata sul divano per non andare a letto… giusto un pisolino non impegnativo, senza sogni please, senza concedersi il sonno dei giusti, il riposo tranquillo di chi ha trascorso una dura giornata di lavoro.
Mi sono svegliata per andare in bagno e, al ritorno, passando per la cucina, ho visto il piatto con la cena e ne ho approfittato. Prosegui la lettura…
Salvatore caro,
passai juorni prima d’addecidermi a scrìviri… Questo misi di lontananza e le parole tò, di passione a volte, mi ficiro pinsari assai. La tua assenza, ri principiu mi pisò, poi mi ci abituai pinsando ca, in fondo, non putevo spiarti di lassari alle spalle tutt’inzèmmula la tua vita passata. Sugnu donna Salvatore, fimmina romantica e passionale, e le parole tò ardenti mi ficiro perdìri la testa. Ma poi, nei juorni in cui nun avìa notizie, sentiì ‘nzemmula ca tu dovevi stari lontano per capiri chiddu ca provi pe mia. Si avessi deciso di maritare la picciotta ‘mmericana, stava a significari che il nostro amore vero non fu… Piansi e taliai il cielo spiando una stiddra cadente, vulìa ca tu restassi mio.Prosegui la lettura…
E se dicessi che mi commuovo ogni volta che vedo un film in cui alla fine Lei trova l’amore della sua vita che la sposa con un matrimonio romantico in riva al mare? E se dicessi che avrei voluto fare la ballerina perché la danza è una delle poche discipline che fonde il corpo con la mente? E se dicessi che soffro terribilmente all’idea di non avere bambini? E se io non fossi solo una donna intelligente, autonoma e solida, ma fossi anche una persona che sogna e che s’innamora di chi riesce con uno sguardo a farla sentire compresa, amata, stimata e desiderata? E se avessi lottato tutta una vita per costruire un’immagine, vera sì, ma anche conforme a quello che ci si aspettava da me, lontana dagli schemi che la società impone e critica allo stesso tempo, svuotandoli e riempendoli di significato a seconda delle occasioni?
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