Sitting on the riverside, I’m waiting and I’m looking for… no, I’m not waiting for my enemy’s corpse, absolutely not. Really, I’m sitting but at the same time I’m moving, I’m thinking and I’m trying to improve my life. In the meanwhile things happens, people comings and goins. Sometimes, someone comes back.
No, non continuo in inglese e perché dovrei farlo? Solo perché l’incipit mi è passato per la testa in una lingua che mastico, ma sovente sputo? Oppure perché mi è successo di sognare in inglese?
Vorrei poter stare in silenzio,
ma mi cavano parole dalla bocca.
E sono le stesse di sempre
anche se sono diverse,
e hanno il medesimo suono
anche se svaniscono nell’aria,
leggere come non lo sono nel mio cuore.
Vorrei che tutto tacesse intorno a me
per ascoltare il rumore delle gòcce
che con ritmo cadenzato
sembrano uscire dal mio corpo.
Non sono lacrime, ma stille trasparenti
che hanno il riflesso della malinconia
se le guardi in controluce.
– Rigorosamente in 140 caratteri, come insegna Twitter
– Senza consultare le stelle che dalla città sono poco visibili
– Sotto l’influsso della Luna Piena che viene a illuminare le mie notti
– Valido a prescindere da giorno, settimana, anno
– Senza alcuna pretesa di verità
–Scritto su richiesta (prendetevela con il responsabile…)
N.b. Le immagini le ho rielaborate scegliendo alcune illustrazioni del grande Jacovitti scaricate dalla rete (se si desidera che siano rimosse, basta scrivermi). Cliccateci sopra per vederle perché ne vale la pena. Prosegui la lettura…
A me Tarantino piace, e molto. Lo dichiaro subito, così chi non lo ama può saltare direttamente questo post ed evitarsi la sviolinata.
Stravolgendo le regole di una classica recensione, inizierò dando un voto al film, cosa che generalmente si trova alla fine della trama, sotto forma di numero o stellette. Il voto, da 1 a 10, è 9. Senza dubbio. Per completezza dirò che 10 se lo sono guadagnati Pulp Fiction e Kill Bill vol.1 e vol.2, mentre Jackie Brown e Le Iene hanno ottenuto anche loro un bel 9. 8 a Grindhouse, con mezzo punto in più a Death Proof rispetto a Planet Terror.
Ma torniamo ai Bastardi senza Gloria. Due ore e mezzo che volano via attraverso dialoghi perfetti, il che conferma la maestria di Quentin Tarantino come sceneggiatore. Ogni scena è costruita su immagini e parole che conducono per mano lo spettatore verso un’indiscutibile presa di posizione a favore dei bastardi/contro i nazisti.
Questo post è dedicato a un amico di cui non farò il nome ma che, ne sono sicura, si riconoscerà.
Perché stamattina pensavo che ci sono rapporti che fanno crescere e la nostra amicizia è stata ed è una grande occasione per diventare grandi e migliorare. Ho sempre riconosciuto la sua capacità di rimettersi in discussione anche quando si trattava di situazioni difficili per lui da percepire o da accettare.
La sua migliore qualità è e rimane la recettività ed è attraverso il suo modo di rispondere alle mie sollecitazioni che ho capito di essere una persona migliore di quella che credevo. Ed è anche grazie a lui che non ho mollato quando pensavo che non valesse più la pena di resistere alle intemperie della vita. Ora lo vedo finalmente camminare e cantare a tempo e, lo confesso, ne sono orgogliosa perché so che un pò è anche merito mio.
Gli dedico questo video del Boss che, oltre al titolo significativo e al fatto di essere un pezzo raro, è stato girato nell’anno in cui lui è nato, il 1972 🙂
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