Scrivere è avvicinarsi all’indicibile
La frase è di David Grossman, scrittore israeliano di cui ho amato particolarmente Che tu sia per me il coltello, romanzo epistolare regalatomi dal caro Claudi-Norma.
Vi consiglio di vedere questa bella intervista rilasciata a Che tempo che fa.
Il suo ultimo libro è A un cerbiatto somiglia il mio amore e sarà il mio prossimo acquisto insieme a Uomo nel buio di Paul Auster, tra i miei scrittori preferiti, anche lui intervistato da Fabio Fazio ieri sera, nell’edizione domenicale del programma.
Paul Auster, che amo moltissimo e non avevo mai visto, ha dedicato il suo ultimo romanzo proprio a Grossman, suo caro amico, e vi confesso che sentirlo parlare, così come ascoltare le bellissime parole di Grossman, non solo mi ha fatto venire voglia di acquistarne il libro (ciò mi accade comunque ogni volta che metto piede in libreria), ma mi ha confermato una volta di più che:
1. esistono persone davvero geniali, la maggior parte delle quali non frequenta assiduamente la Tv
2. queste sono le cose belle e interessanti che vale la pena vedere in televisione
3. insieme a Parla con me, Che tempo che fa è una delle poche trasmissioni per cui ancora guardo la Rai
4. è vero, come dice Grossman, ‘scrivere avvicina all’indicibile, all’impronunciabile’ perché non è facile trovare le parole per raccontare certe storie e certe realtà e c’è chi lo sa fare davvero bene.
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