Non per essere monotona, ma è pur sempre il più bel regalo di compleanno che ho ricevuto e, giorno dopo giorno, lo assaporo attraverso gli spezzoni video che Peter Gabriel posta sul suo sito. Ecco, mi sembra proprio che lui si possa definire un artista, uno che ha lasciato il segno. Come cantante e compositore dei Genesis, come solista e come produttore/talent scout di musicisti e, probabilmente, anche come essere umano per chi lo frequenta quotidianamente e per chi ha beneficiato dell’aiuto e del supporto dato attraverso le associazioni che sponsorizza e sostiene. Insomma, dopo giorni di malessere fisico e inc….ture di lavoro, voglio pensare a qualcosa di bello!
Vite di striscio mi passano accanto, entrano nella mente a interrompere i pensieri.
Note tristi e melanconiche che alterano l’armonia del pensiero, scritta e riscritta più volte per ottenere una melodia piacevole da suonare e ascoltare. Sono vite che sfiorano la realizzazione o che le camminano accanto, su strade parallele che non si incontreranno mai. Sogni infranti, i cui frammenti sono stati incollati migliaia di volte come vasi preziosi usurati dal tempo. E in quei frammenti rivedo traguardi che non mi appartenevano ma per i quali ho corso a lungo, sfibrando i muscoli, perdendo il fiato. Ritrovo immagini antiche che avevano il loro fascino, ma in cui i volti erano quelli sbagliati. E mi chiedo quanto anche la mia non possa essere un’esistenza di striscio.
A volte sento la pienezza di alcune sensazioni e ho la certezza di una vita vissuta senza mai dare nulla per scontato, in cui ho prima cercato di capire e poi cercato di ritrovare il sentire. E se con la ragione era facile costruire alibi e inventare scuse, con la pancia c’è poco da ‘filosofare’. Osservo vite confuse che cercano linfa vitale in sottili distrazioni e penso che da quelle vite sono nati figli meravigliosi, quasi per caso. E penso, poi, che meravigliosi sono i bambini perché germogliano pure in mezzo alla gramigna, anche se dovranno trovare terreni irrigati in cui prosperare per evitare di inaridirsi con il tempo.
E torno a osservare atleti diventati agenti immobiliari, che corrono la domenica mattina sognando traguardi irraggiungibili; aspiranti musicisti tamburellare con invisibili bacchette su scrivanie d’ufficio; sognatori romantici che vivono dentro a un cassetto; e tutti, o quasi, non riescono a godersi il presente persi nella nostalgia e nella speranza, nel migliore dei casi, nei rimpianti e nelle aspettative, nel peggiore.
Io, il presente ho imparato ad apprezzarlo molto tempo fa, ventanni per la precisione. E questo non mi ha impedito di conservare memoria del passato, né di fare progetti per il futuro. Di progetti ne ho sempre avuti tanti e alcuni li ho anche realizzati, altri sono in fase di costruzione, ma il progetto più importante è sempre in divenire.
E’ quello più ambizioso, lo so, quello per cui ho sempre lottato e per il quale mi sono scoraggiata fino quasi a morirne. Eppure, a lui non rinuncio anche quando sono costretta a buttare giù quello che ho costruito e a ricominciare daccapo.
Quel progetto sono io. Per non correre il rischio di vivere una vita di striscio, per non sprecare energia e vitalità rincorrendo i sogni degli altri, per non confondersi in funzione delle aspettative altrui, per non annullarsi dinanzi a prospettive di vite da cartolina, ecco, per questo io resisto. E lo dico e lo ribadisco, non è tanto il dolore – al quale ci si abitua – a fare male, ma la solitudine interiore che ogni tanto t’illudi di mettere a tacere, condividendo pensieri, sensazioni e sciocche quotidianità con chi pensi t’amerà e amerai per sempre.
Stamattina, venendo il ufficio, la radio trasmetteva questo brano, parte della colonna sonora di una deliziosa commedia con Susan Sarandon e Richard Gere, Shall We Dance?, interpretato da Peter Gabriel anche nel suo ultimo disco di cover. E ho fatto fatica a trattenere le lacrime, come ogni volta che vedo questa scena. Perché quando ami davvero una persona non la cambieresti per nulla al mondo e dopo anni puoi sempre amarla come la prima volta. E perché la vita non è una cartolina né un film, ma se lo si vuole veramente si può vivere una vita piena e non una vita di striscio.
Uno delle storie più belle del cinema d’animazione, secondo me. Poetico e commovente, il film si chiude con un brano scritto e cantato da uno degli artisti più eclettici e geniali del rock che non è morto negli anni ’70, ma è vivo, vegeto e più bravo di allora.
Il pezzo accompagna una delle migliori sequenze di titoli di coda del cinema, un film nel film. Da vedere [il film], da ascoltare [la musica, la voce], da leggere [il testo]. Dedicato a chi, come me, crede che le favole si avverino, a volte.
Down to Earth – Peter Gabriel
Did you think that your feet had been bound
By what gravity brings to the ground?
Did you feel you were tricked
By the future you picked?
Well, come on down
All those rules don’t apply
When you’re high in the sky
So, come on down
Come on down
We’re coming down to the ground
There’s no better place to go
We’ve got snow up on the mountains
We’ve got rivers down below
We’re coming down to the ground
We hear the birds sing in the trees
And the land will be looked after
We send the seeds out in the breeze
Did you think you’d escaped from routine
By changing the script and the scene?
Despite all you made of it
You’re always afraid
Of the change
You’ve got a lot on your chest
Well, you can come as my guest
So come on down
Come on down
We’re coming down to the ground
There’s no better place to go
We’ve got snow up on the mountains
We’ve got rivers down below
We’re coming down to the ground
We hear the birds sing in the trees
And the land will be looked after
We send the seeds out in the breeze
Like the fish in the ocean
We felt at home in the sea
We learned to live off the good land
Learned to climb up a tree
Then we got up on two legs
But we wanted to fly
When we messed up our homeland
We set sail for the sky
We’re coming down to the ground
There’s no better place to go
We’ve got snow up on the mountains
We’ve got rivers down below
We’re coming down to the ground
We hear the birds sing in the trees
And the land will be looked after
We send the seeds out in the breeze
We’re coming down
Coming down to Earth
Like babies at birth
Coming down to Earth
We’re gonna find new priorities
These are extraordinary qualities
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