Non è ancora uscito in sala (per la verità sono 4 mesi che l’unico cinema che frequento è il salotto di casa mia), ma guardando il trailer di Robin Hood mi è sembrato di aver già visto il film di Ridley Scott. Un pout-pourrì che mette insieme MaximoIl Gladiatore e Le Crociate, ma che cita anche Braveheart e Troy. Colonna sonora da film epico e una protagonista femminile, Cate Blanchett, perfetta per interpretare una nobile inglese dopo aver vestito i panni della Regina. Lo andremo a vedere e lo troveremo un bel film, perchè ci emoziona la voce di Luca Ward (il doppiatore di Russel Crowe), che sembra sempre sul punto di scatenare un inferno e perché un eroe che ruba ai ricchi per restituire ai poveri sarebbe la soluzione per molti di noi.
Incapaci di reagire a uno stato delle cose che ci annienta e ci svuota di dignità e vitalità, andremo ad anestizzarci al cinema, per non pensare e perché non abbiamo più voglia di combattere. Il film aprirà la prossima edizione del Festival di Cannes, dato che il regista, l’attore e il personaggio sono loro stessi un evento e la proiezione sarà in anteprima mondiale. Più tardi, nella sezione Special Screenings, verrà proiettato il nuovo film di Sabina Guzzanti, Draquila, l’Italia che trema. Anche questa pellicola è diventata un piccolo evento per aver determinato la decisione del Ministro della Cultura Bondi di boicottare il Festival, perché il film traccia un ritratto impietoso del governo e del suo capo. Un film che non cita e non imita nessun altro, i cui attori sono gli abitanti de L’Aquila e in cui gli eroi sono tutti quelli che si sono rimboccati le maniche per ricostruire una città distrutta dal terremoto.
Eppure, al botteghino vincerà il film anestetico. Per via della distribuzione, certamente, più interessata al Kolossal americano che al docu-film italiano, ma anche per la stanchezza che ci/mi assale e che spesso ci/mi fa chiudere gli occhi.
Tron: Legacy è il seguito di un’avventura iper-tecnologica ambientata in un mondo digitale.
Nel 1989 Kevin Flynn (Jeff Bridges) creò il videogioco più venduto della storia, ma dopo poco sparì abbandonando il figlio, Sean di 7 anni…
Una telefonata inaspettata fa sperare a Sean che suo padre non sia scomparso del tutto… Tron Legacy, dal 2011 al cinema.
Ed ecco il primo film con il giovanissimo Jeff Bridges, ancora lontano dall’Oscar guadagnato domenica scorsa per Miglior Attore del film Crazy Heart. Prosegui la lettura…
Sembrerà assurdo, ma per avere la speranza di vedere il nuovo film di Alejandro Amenabar (The Others, Mare dentro, Apri gli occhi) dedicato a Ipazia, matematica alessandrina inventrice del planisfero e dell’astrolabio, donna di grande cultura che fu protagonista della prima battaglia tra scienza e fede, bisogna firmare una petizione. Il film, infatti, non piace alla chiesa per il suo atto d’accusa nei confronti dei fondamentalisti religiosi e nei confronti del vescovo di Alessandria che perseguitò la donna fino alla morte. Ad oggi, i distribuitori italiani tacciono e non esiste una data di uscita nelle sale del nostro paese.
Mi sembra follia. O, peggio, ordinaria amministrazione.
Io ho firmato qui.
Se volete visitare il sito ufficiale del film potete farlo qui.
Intanto, date un’occhiata al trailer che ho trovato sottotitolato in italiano.
A me Tarantino piace, e molto. Lo dichiaro subito, così chi non lo ama può saltare direttamente questo post ed evitarsi la sviolinata.
Stravolgendo le regole di una classica recensione, inizierò dando un voto al film, cosa che generalmente si trova alla fine della trama, sotto forma di numero o stellette. Il voto, da 1 a 10, è 9. Senza dubbio. Per completezza dirò che 10 se lo sono guadagnati Pulp Fiction e Kill Bill vol.1 e vol.2, mentre Jackie Brown e Le Iene hanno ottenuto anche loro un bel 9. 8 a Grindhouse, con mezzo punto in più a Death Proof rispetto a Planet Terror.
Ma torniamo ai Bastardi senza Gloria. Due ore e mezzo che volano via attraverso dialoghi perfetti, il che conferma la maestria di Quentin Tarantino come sceneggiatore. Ogni scena è costruita su immagini e parole che conducono per mano lo spettatore verso un’indiscutibile presa di posizione a favore dei bastardi/contro i nazisti.
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