La Befana
Tra tutte le feste quella della Befana è l’unica che mi è sempre piaciuta. Ricordo che quando eravamo bambini, mio fratello ed io aspettavamo questa notte con trepidazione. Non si facevano richieste, né si scrivevano letterine alla Befana, perché lei portava solo ciò che voleva, quello che credeva ci meritassimo, e arrivava solo e soltanto se noi eravamo addormentati.
Facevamo degli sforzi enormi per restare svegli, ma a un certo punto cedevamo e al risveglio, muovendo i piedi sotto le coperte, sentivamo qualcosa scricchiolare, un leggero peso ai piedi del letto… era la calza piena di dolci, ma a volte il peso era maggiore e allora provavamo a indovinare cosa ci avesse lasciato, cosa ci eravamo guadagnati.
Erano regali semplici, magari un libro, ma il modo e le motivazioni con cui arrivavano ci rendevano spesso più felici di quanto ci rendessero i regali di Natale. Erano altri tempi, Babbo Natale non doveva impazzire con videogame, lettori mp3, playstation o nintendo DS, per lui le cose erano più semplici e, forse, anche per noi.
Sta di fatto che mentre il “ciccione con il vestito rosso” doveva in qualche modo accontentarci, La Befana non aveva obblighi e se ci lasciava poca roba dovevamo solo prendercela con noi stessi. Alla fine ci ha resi sempre felici, tranne una piccola défaillance… c’è stata una volta, infatti, in cui ho ricevuto un inaspettato guantone da baseball che faceva coppia con la mazza ricevuta da mio fratello. Ricordo che ci siamo guardati con aria interrogativa, pensando che la Befana, forse troppo stanca, ci avesse lasciato i regali di qualcun altro, ma poi abbiamo anche provato a utilizzarli. Sembravamo proprio Linus e LucyVanPelt…
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