Tutte le parole accumulate nelle ultime 72 ore si scompongono e ricompongono a velocità folle nella mente. Si accoppiano e scoppiano, formando pensieri e frasi sconnesse che singhiozzano come amanti abbandonati. Provo a farle uscire dalla bocca e dalle mani, ma sento la voce di un’altra che dice ciò che pensa e che sente. Una morsa le attanaglia lo stomaco, le strozza la voce, e le lettere suonano sincopate, stonate a volte, frammentate dalla paura.
“Chiudimi questa cazzo di bocca con un bacio. Toglimi il respiro fino a farmi morire. Voglio rinascere come campo arato pronto per la semina. Bagna la mia terra con acqua di sorgente, rinfrescami le idee, aiutami a far nascere germogli.”
Vomito parole per riuscire a placare lo stomaco, ma resta la nausea di cento sigarette e il corpo provato dopo la tensione e lo sforzo… Seduta al buio, davanti a un sipario, cerco di accantonare i pensieri perdendomi nei corpi che danzano sinuosi al ritmo di mani e chitarre, ma balzano agli occhi, tra tanti, i movimenti rigidi e legnosi di chi non riesce a sincronizzare il corpo con la mente. Inizio a muovere i fianchi cercando quel movimento che genera vita, ma non ci riesco, le membra stanche e spossate da troppe notti insonni. Mi manca il respiro a furia di reprimere quel grido strozzato rimasto in gola dal giorno in cui ho visto la luce.
E ora tu mi dici che posso, che devo far sentire la mia voce. Mi chiedi di lasciarmi andare, di godere come non ho mai fatto in vita mia, ma io resto paralizzata, schiacciata da una sconfitta annunciata che rende inutile qualsiasi tentativo di ribellione. Stresso la mente per placare il corpo, ma non ho alcuna resistenza, non ho più controllo su ciò che sento, basta una parola, un gesto, uno sguardo e la resa è totale.
“Sdraiati accanto a me, accarezzami fino a sfinirmi. Sciogli tutte le mie resistenze e provami che posso fidarmi di te, anche solo per una notte. Regalami un sonno tranquillo, convincimi che non devo avere paura delle tue carezze. Dimmi che non merito solo botte e insulti, asciuga le mie lacrime con la tua bocca e resta sdraiato su di me fino a che il battito del mio cuore non tornerà regolare”.
Chiudimi la bocca, non farmi parlare. Dimmi cosa devo fare e io lo farò, ma per favore, non lasciare la mia mano adesso, muoio di paura.
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