Si è spento l’11 febbraio, all’età di 75 anni, Roy Scheider. Aveva un tumore, ma non è riuscito a sconfiggerlo come aveva fatto con quello Squalo che lo aveva reso tanto famoso. Infatti, sebbene considerasse l’interpretazione di Bob Fosse in All that Jazz il suo ruolo migliore, è come capo della polizia di Amity che tutti lo ricordano: quel poliziotto terrorizzato dall’acqua in cui tutti gli spettatori si identificavano pensando, come lui, “ci serve una barca più grande… “. La battuta, che non era contenuta nel copione ma fu un’uscita spontanea di Roy Scheider, è stata votata nel 2005 dall’American Film Institute e si è classificata trentacinquesima nella lista delle 100 frasi più celebri del cinema.
Un uomo meraviglioso, ha detto di lui l’amico Richard Dreyfuss, un attore eccezionale, diciamo noi, meraviglioso comprimario accanto a Dustin Hoffmann e Lawrence Olivier in Il maratoneta e al fianco di Gene Hackman ne Il braccio violento della legge, che gli valse una nomination agli Oscar come Miglior Attore non protagonista. Non furono da meno i ruoli da protagonista tra i quali, oltre a All that Jazz per il quale ebbe una nomination come Miglior Attore Protagonista, ricordiamo Tuono blu, 2010 l’anno del contatto, Il segno degli Hannah e Una squillo per l’ispettore Klute (1975), film che rappresenta il vero e proprio esordio cinematografico dell’attore dopo alcune apparizioni in serie TV e in un paio di film poco rilevanti. Ora il nostro Martin Brody naviga senz’altro in acque più tranquille di quelle solcate dall’Orca e, certamente, nessuno di noi dimenticherà quel suo viso “storto” per via del naso da pugile che la boxe gli provocò da adolescente, regalandogli un’indimenticabile ‘faccia da cinema’.
La notizia rimbalza nel Web ormai da quattro giorni: Sean Penn presiederà la giuria del 61° Festival di Cannes che si svolgerà nella settimana dal 14 al 25 maggio.
“La scelta dell’attore e regista americano” ha detto il direttore del Festival Thierry Frémaux “era scontata, poiché Sean Penn rappresenta il cinema indipendente americano, un aspetto dell’America che ci piace“.
Il regista, che ha presentato il suo ultimo film Into the Wild alla Festa del Cinema di Roma, ha dichiarato di essere onorato e impaziente di fare il Presidente al Festival di Cannes, anche perchè considera questa nomina come un segno di riconoscimento nei confronti della nuova generazione che si è affacciata sulla scena cinematografica.
Dunque, sembra proprio che il 2008 sarà l’anno della riscossa per l’attore premio Oscar nel 2004 con Mystic River. Se non per quanto riguarda la sua vita privata, visto che il 28 dicembre ha divorziato da Robin Wright dopo 16 anni d’amore, 11 di matrimonio e due figli, sicuramente il nuovo anno non sarà avaro di soddisfazioni professionali per lui. Prosegui la lettura…
Avrebbe compiuto 29 anni il prossimo 4 aprile, anche se non sembrava poi così giovane. Nonostante quel suo bellissimo viso dai tratti non convenzionali, con occhi stretti e allungati e bocca grande e carnosa, Heath riusciva a incarnare la profondità d’espressione di chi la vita l’ha vissuta intensamente. Come quel suo Ennis Del Mar, ruolo che gli è valso una nomination agli Oscar, attraverso il quale ha raccontato con grandi silenzi e sguardi intensi la rassegnazione di chi per tutta la vita ha cercato di reprimere una natura mai accettata e mal vissuta. Una natura così diversa dalla sua immagine pubblica, sempre solare e giocosa.
All’ultimo Festival del Cinema di Venezia, in barba a fan e giornalisti pronti a scattare foto a uno degli uomini più sexy del cinema, si è presentato con calzoni corti, calze a righe rosse e cappellaccio a ritirare la Coppa Volpi per Cate Blanchett miglior interprete femminile per I’m not There, film nel quale Heath interpreta Robbie Clark. Un talento, quello di Heath, che non è mai passato inosservato e, sin dall’inizio della sua carriera, non è mai stato offuscato da quella fisicità così prorompente da rischiare di farlo entrare tra le fila dei belli e insignificanti. Prosegui la lettura…
E’ morto improvvisamente, all’età di 54 anni Anthony Minghella, regista premio Oscar de Il paziente inglese. Minghella era ricoverato al Charing Cross Hospital di Londra, dove aveva subito un intervento chirurgico una settimana fa, ma la morte ieri mattina all’alba per emorragia cerebrale ha colto tutti di sorpresa.
Il regista, di origini italiane, era molto apprezzato per il suo modo di fare socievole e affettivo. Tutti gli attori che hanno lavorato con lui, da Jude Law a Ralph Fiennes, da Juliette Binoche a Stefania Rocca, che interpretò un piccolo ruolo ne Il talento di Mr. Ripley, lo ricordano come un amico, una persona sempre disponibile a far partecipe la troupe e il cast di ogni minimo dettaglio del suo lavoro.
Oltre a Il paziente inglese, che si aggiudicò 9 statuette, e Il talento di Mr. Ripley, Minghella diresse anche Ritorno a Cold Mountain e Mr. Wonderful, con Matt Dillon e William Hurt.
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