Penombra
Nella penombra ritrovo i contorni perfetti,
da sempre. Oggi più che mai.
C’è chi ha bisogno di luce per vedere,
ma io sono cieca e cerco occhiali scuri per guardare.
Colori netti sotto il sole riacquistano spessore al tramonto,
quando le ombre prendono il sopravvento e il latente diventa visibile.
Mi guardo allo specchio, nella penombra
e scopro quell’immagine interna di me
cercata per anni, persa nella luce dei vent’anni
smarrita nel buio di una nascita annullata.
Vedo nella notte,
ma devo vivere di giorno
costretta a guardare anche ciò che non vorrei.
E gli occhi sono stanchi di tanta follia,
cercano motivi, ragioni
e sfumature umane
in un mondo che ragione non ha.
Nella penombra ritrovo la pace,
aspettando una luce
che faccia fiorire camelie e limoni.
Una luce che non inondi il mondo
di bianco freddo e accecante,
ma che esalti i colori e valorizzi le ombre.
Ombre e colori che ho visto nei quadri
di Caravaggio e VanGogh,
e ho ritrovato tra gli spigoli di Picasso
e le linee di Kandinsky.
Ho provato a ridisegnare il mondo
con forme e colori che non erano miei,
ma non sono un’artista.
Sono solo una donna,
ma ora posso dirlo ad alta voce
senza sentire il peso di un fallimento
che non è mai stato il mio.
Solo ora, libera nella penombra,
aspetto di fiorire
sperando che la luce risparmi difetti
ed esalti imperfezioni,
trasformandoli in tratti unici e irripetibili
come unico e irripetibile è l’essere umano.
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