Bellezza senza età
Guardo e riguardo i volti e le espressioni di chi ha saputo invecchiare con naturalezza. Li contrappongo alle immagini e alle facce che popolano i quotidiani, i rotocalchi e la Tv, ma non capisco davvero come sia stato possibile che la plastica abbia preso il sopravvento sulla carne, sulle pieghe naturali della pelle e sui sorrisi autentici.
Guardo queste persone che, in musica o al cinema, ci hanno restituito sfumature e profondità, rappresentando anche i lati oscuri della maturità dell’uomo. Penso che andando avanti, demolendo estetica e filosofie obsolete per crearne altre più evolute e adattabili a nuove mode e tecnologie, abbiamo perso il senso della misura.
E con la misura abbiamo lasciato indietro alcune regole di base dell’educazione e del rispetto, anche quello verso noi stessi. Il trucco, nato per migliorare e sottolineare la femminilità, oggi copre tratti del volto alterati, trasformandoli in maschere dell’orrore. Come si fa a deturparsi così? Come è possibile non cogliere la differenza tra una bella bocca naturale e delle labbra gonfie e sformate scelte da un catalogo insieme ad altre centinaia di donne? Non è solo moda, non è un trend passeggero.
E’ un vuoto progressivo d’identità che, a partire dagli individui, rispecchia assenze più grandi. E non è un caso che questa tendenza appartenga a un periodo di profonda crisi che scopre un vuoto legislativo di troppi anni e l’assenza totale di strutture governative in grado di condurre una democrazia. E non è un caso che, in periodi come questi si temano apocalissi e fine del mondo. Poi arrivano i disastri naturali, i tifoni, le alluvioni e i terremoti e ci ricordano ciò che abbiamo dimenticato. O almeno spero che se ne conservi ancora qualche memoria, altrimenti l’apocalisse è già iniziata.
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