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La felicità inutile

Ogni volta che mi viene in mente un argomento su cui scrivere, succede qualcosa che me ne fa intravedere immediatamente l’inutilità. A volte, è come se nulla avesse un senso, anche se ho tanti interessi che danno significato alla mia vita e mille motivi che rendono ancora valide le mie scelte.

Come disse un tale* in un’intervista, “molti preferiscono realizzare la propria identità, piuttosto che cercare la felicità. La felicità è un concetto vago”. Credo di essere tra quei molti, ma ho ancora parecchi No da dire e molti rifiuti da fare. Non è facile, ma so che quando si riesce a realizzare una piccola porzione d’identità ci si sente liberi e concretamente felici. Una sensazione tutt’altro che vaga e inutile.

(* Prof. Massimo Fagioli)

  1. 29 Settembre 2010 a 11:50 | #1

    @Peppermind
    Esatto! Forse questo è l’unico modo per stare bene: fare delle cose che ci fanno stare bene concretamente. Fosse anche fare semplicemente del pane in casa… senza glutine! 😉

  2. Peppermind
    27 Settembre 2010 a 14:08 | #2

    A chi lo dici… io ormai mi sa che scriverò solo storie che mi saltano per il capo, ma per “annotarle”, poi si vedrà che farne.

  3. 15 Settembre 2010 a 14:26 | #3

    @Danny Marreto
    Sensazione tutt’altro che vaga! 🙂

  4. 15 Settembre 2010 a 14:24 | #4

    @Rob Alferi
    Gli stati della mente sono importanti, anzi fondamentali direi, altrimenti non esisterebbe la malattia mentale che altera la percezione della realtà provocando del malessere, nel migliore dei casi, delle tragedie nel peggiore.
    Dunque, affinché la ‘ricerca della felicità’ non si trasformi in una paranoia, come dici tu, è necessario che lo stato della mente corrisponda a qualcosa di reale.
    Es. se il mio fidanzato mi dà un bacio, sono felice e il mio stato di felicità corrisponde a qualcosa di reale; il giorno che inciderai un disco, magari lo sarai anche tu, come lo sarei io se pubblicassi una raccolta di racconti. Dunque, parlo solo e sempre di realizzazione della propria identità, sessuale nel caso del bacio, lavorativo/creativa negli altri due casi. Ed è in questo modo, solo in questo, che la felicità non rischia di essere un concetto vago o una paranoia, come sostieni.

  5. 15 Settembre 2010 a 14:22 | #5

    Felice di conoscerti 🙂

  6. 15 Settembre 2010 a 13:45 | #6

    La felicità, l’amore, l’odio, l’infelicità e via dicendo sono stati della mente. La fortuna non esiste così come non esiste la sfortuna. La felicità non esiste così come non esiste l’infelicità. Non si può parlare di valori assoluti ma di livelli diversi. Siamo tutti delle cipolle di vetro. Il nucleo interno si vede o non si vede in base a quali sono li strati che lo ricoprono e ai colori di questi veli. Ognuno di noi è in grado di riconoscere il prossimo vedendo quanti strati ci sono fra sé e l’altro. Se con me la Uicks ha –per dire- 20 strati, per altri ne ha seimila e per una o due persone ne ha solo tre o quattro. È tutto relativo. La felicità come valore assoluto è una paranoia.

  7. 14 Settembre 2010 a 15:42 | #7

    @Rosmilla
    Grazie! Grazie!

  8. 14 Settembre 2010 a 14:57 | #8

    Bentornata! Bentornata!

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