Volevo essere come Kathryn
Quando l’ho vista arrivare sul Red Carpet, stanotte, ho pensato che volevo essere come Kathryn Bigelow. Non come Jennifer Lopez o come la splendida Kate Winslet, ma come la regista di Point Break, di Strange Days e dello splendido Il buio si avvicina, horror sui vampiri mai distribuito in Italia, ma passato in Tv sempre dopo l’una di notte. Era bellissima, 59 anni il 27 novembre portati da favola. Elegante, altissima, con un vestito splendido e dei capelli lunghi da ragazzina. Seduto dietro di lei, il plurimiliardario ex-marito James Cameron in lizza per il kolossal in 3D Avatar. 9 nomination per lui e 9 nomination per The Hurt Locker, il film dell’ex-moglie. Lei si è portata a casa 6 Oscar, tra cui i più importanti: Miglior Film, Regia, Sceneggiatura Originale. Prima donna ad aggiudicarsi il premio come miglior regista.
Il suo film, quello che ha vinto, non l’ho visto. C’è chi ne ha parlato molto bene già dalla sua presentazione a Venezia nel 2008, ma per il tema, la guerra in Iraq, non ha riscosso grande successo di pubblico. C’è chi dice che la macchina di Hollywood ha premiato una regista a favore dell’intervento americano in Iraq, mentre gli avatar di Cameron sono troppo “ecologisti” e critici nei confronti dell’arroganza colonizzatrice della razza umana. Molti sono rimasti perplessi dinanzi alla stra-vittoria di un film che non ha guadagnato nulla rispetto al campione d’incassi dell’anno (Avatar ha incassato 2 miliardi e mezzo di dollari dalla sua uscita, è il film che ha guadagnato di più nella storia del cinema).
Andrò a vedere entrambi e, probabilmente, amerò Avatar visto che sono un’appassionata di fantascienza. Magari The Hurt Locker non mi farà impazzire, però questa regista mi piace e non perché ‘gira come un uomo’, come dicono e scrivono di lei, ma perché mi sembra una donna determinata e capace. Mi piace il suo stile di regia e il suo stile di donna. Ho amato Strange Days e Point Break e la sua vittoria nel giorno dedicato alle donne mi è sembrata un buon auspicio.
P. s. Chissà cosa avrà pensato Cameron, accanto alla moglie Suzy Amis, 11 anni meno della Bigelow, che sembrava sua nonna! Oddio, magari la guarda con gli occhialini 3D e vede il suo Avatar 😀
@mrlene
Ciao mArlene 🙂
è vero ciò che dici, soprattutto quando parliamo delle donne che lavorano sodo per raggiungere obiettivi e non di quelle che prendono scorciatoie (hai presente Carfagna? e non so quanti altri nomi del genere potremmo fare…).
Bella l’idea dell’aggiornamento POST-visione, la farò senz’altro!
… questo ti dà l’idea di quanto sono potenti i signori dell’Academy. “Jarhead” era mooolto più bello.
ahahha! bella la battuta di claudio! 😀
al di là delle dicerie in merito al motivo per il quale abbia vinto lei e non cameron, credo che ogni donna che arrivi al successo abbia dovuto faticare molto più di un uomo! lo sò non è sempre così ma è una realtà diffusa.
Anch’io non ho visto entrambi i film, per cui sarebbe carino fare un aggiornamento post-visione 😉 Marlene
@koralyn
Mah, ormai è noto che dietro gli Oscar c’è un’industria mastodontica che applica una relativa politica di ‘sopravvivenza’.
Certo, mi sembra quantomai strano che nonostante Obama voglia ritirare le truppe dall’Iraq vinca un film a quelle dedicato.
Mi è venuto in mente un altro film paragonabile a questo della Bigelow che mi era piaciuto moltissimo. Jarhead di Sam Mendes. Ed era mooooolto critico…
… poi mi chiedo come mai agli Oscar 2010 possa partecipare un film che comunque è del 2008 e che in effetti, con tutto il bene che si possa volere alla nostra Kathryn e con l’orgoglio perché una donna abbia vinto l’Oscar per la regia e miglior film, non è da Oscar. Alla fine c’è sempre il sospetto che i premi siano deicisi a tavolino e per ragioni tutt’altro che critico-cinematografiche e che magari in questo caso si sia voluto affossare Cameron e il suo Avatar perché ha avuto troppo successo ai botteghni. Mah! Comunque dobbiamo andarlo a vedere, anzi DOBBIAMO ANDARE AL CINEMA!!!! 🙂
@koralyn
Anche io l’ho visto e seppur non appassionata di film bellici non li odio, quindi ho iniziato a guardare il film senza sospetti 🙂
Non ho dormito alla fine, ma in mezzo, anche se come te penso che si tratti di una storia interessante, ben girata e con bravi attori.
Il finale è tosto, poiché sottolinea come la guerra, anche quella dei nostri giorni, tecnologicamente evoluta e spesso mascherata da missione di pace, sia in grado di distruggere la vitalità di un giovane, facendogli perdere completamente il senso della realtà.
Secondo me, non è un film da Oscar. Molto interessante, ma non da Oscar.
Lo era Nato il 4 luglio, per restare in termini di film bellici, Il Cacciatore e Salvate il soldato Ryan o Full Metal Jacket e Apocalypse Now.
Non questo, decisamente no.
Vedremo Avatar. Spero presto 🙂
@Claudio dei Norma
😀
Io l’ho visto ieri sera “The Hurt Locker”, lo hanno molto opportunamente dato su Sky e non me lo sono perso. Odio abbastanza i film di guerra, li trovo sempre noiosi a parte qualche rara eccezione come “Salvate il soldato Ryan”, “Platoon” o “Apocalypse Now” (ma chiamare quest’ultiomo solo un film di guerra è riduttivo). Così ho cominciato a guardare il film con sospetto, poi però mi sono accorta che seguivo con interesse la storia perché è ben girata e ben raccontata e gli attori sono tutti bravi. Alla fine però il sonno ha avuto la meglio e mi sono dormita il finale, cosa che mi succede di frequente negli ultimi tempi, quindi non lo addebito alla scarsa riuscita del film. Qui pochi film della Bigelow che ho visto mi sono piaciuti molto e trovo che anche questo non sia male, ma non lo aggiungerò alla lista dei film imperidibili.
Dopo ‘sta legnata dovrà cambiare il titolo del suo film in Avathurt.