Web Content Manager
E’ il mio lavoro. Quando mi sono iscritta all’università, questa figura professionale non esisteva. Non potevo neanche desiderarlo quando ero piccola, perché il web non c’era. A sei anni volevo fare la benzinaia. Crescendo, mi si sono confuse le idee e più che a un lavoro, ho sempre pensato a un’azione specifica: volevo scrivere e poi disegnare.
La penna e la matita.
Ho fatto entrambe le cose per lavoro. Oggi disegno per passione e scrivo per lavoro. In realtà, non è ancora quello che vorrei fare. Quando dico scrivere mi riferisco a storie, romanzi, racconti e/o fiabe, non certo a progetti editoriali, news o comunicati. Per anni sono stata caporedattore ed editor in una casa editrice. Ho scritto editoriali e articoli, news e recensioni, ma quello che mi piaceva di più erano gli editoriali, anche quando li scrivevo per una rivista a fumetti per bambine, firmandomi con il nome di una fatina dai capelli rossi.
Ecco il senso del mio blog. E’ una palestra in cui mi alleno quasi giornalmente, a volte con 2 o 3 ore di esercizi, altre cavandomela con una passeggiata sul tapis-roulant. Ci riflettevo mentre navigavo da un blog a un altro, leggendo di chi non trova il tempo per tenere un blog, di chi lo vorrebbe meno personale e più d’informazione, di chi lo usa per divulgare notizie utili o per spiegare temi specifici, di chi ne fa una vetrina per il proprio lavoro. Tra quelli che seguo e leggo ‘silente’ ce ne sono di tutti i generi. Sono curiosa e mi piace ricevere informazioni da chi è appassionato/ferrato in un determinato campo, ma amo leggere anche i diari personali di chi scrive in maniera originale e creativa.
Dunque, riflettevo sull’identità del mio blog che non fa numeri da capogiro, né di commenti né di click, dei quali peraltro non mi sono mai preoccupata. Mi sono preoccupata, invece, di utilizzarlo per lavoro, ma non prestando la mia ‘opera creativa‘ né alla Pixar (la mia idea personale di Eden!), né a Google, direi che va bene così. Magari, se decido di compiere il grande passo e dedicarmi alla stesura di un romanzo degno di tale nome, il blog sarà qui a testimoniare la mia perseveranza. In caso contrario, resterà un personal diary a uso e consumo di amici e parenti di ultima generazione. Visto che, per inciso, la più piccola delle mie nipoti, 2 anni e 4 mesi, sembra essere molto più avanti di certi miei dirigenti! Nel frattempo, continuo a “maneggiare contenuti” per il web e a leggere tanti libri. Che non fa mai male.
Il blog come palestra è proprio il mio genere.
Anche se avevo aperto, e ancora lo tengo aperto, per “cercare editori che vogliano pubblicarmi”.
Ma non è che ci stia molto attento a questo aspetto, poi, alla fin fine.
Abbast’ che sì content’, sore’.