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Donne al volante

Uma Thurman - Kill Bill 2Mi piace guidare. Da sempre. Non sono spericolata, rispetto le leggi e sono agile quanto basta per sopravvivere al traffico di una città come Roma. La macchina, però, la uso raramente.

Per la maggior parte del tempo vado in moto, attualmente uno scooter. E’ il mio mezzo ideale e lo guido ormai da parecchi anni. Decisamente più comodo, più economico e più veloce. Anche più divertente, direi.

Ho un brutto vizio: in macchina e in moto (anche se in maniera minore) parlo ad alta voce lanciando improperi nei confronti di chi intralcia la circolazione. Già, perché in realtà il traffico a Roma è solo ‘merito‘ di tre o quattro imbranati/incivili/egoisti/incapaci che vanno a 40 Km orari su strade a scorrimento veloce, che parlano al cellulare senza auricolare, che mandano sms mentre sono in corsia di sorpasso o che fanno tutte queste cose contemporaneamente.

Ieri mattina, andando in ufficio in un orario in cui il traffico è ormai diminuito, ho provato a contare gli ‘imbecilli‘ di cui sopra e, senza la minima sorpresa, ho constatato che si trattava esclusivamente di donne… Mi dispiace, perché appartengo alla categoria, ma credo proprio che prima di dare la patente a una donna bisognerebbe farle sostenere degli esami extra. Una precauzione e un modo per scoraggiare le potenziali imbranate in gonnella che si riversano sulle strade. Eppure, di donne che sanno guidare ce ne sono parecchie. Avevo una collega di università perfettamente calma e sicura di sé in mezzo al traffico che, se la situazione lo richiedeva e nessuno veniva messo a rischio, si trasformava in un pilota di formula uno capace di fare testacoda perfetti. E come lei tante altre.

Certo, ho conosciuto anche uomini assolutamente negati per le 4 ruote (neanche pochi). E non tutti portavano il cappello! Solo che, non c’è niente da fare, le donne sono di più.
Siamo di più…
Lo so, vado contro i miei stessi interessi, ma propongo esami di guida ad hoc per le donne.
– Insegnamo loro come si fa un parcheggio.
– Multiamole se parlano senza auricolare.
– Leviamogli 10 punti dalla patente se mandano sms mentre guidano.
– Sospendiamogli la patente se usano la corsia di sorpasso come un sentiero di campagna.
– Ricordiamo loro come, quando e perché usare frecce, specchietti retrovisori e retro marcia.
– Spieghiamogli che la quinta e la sesta non sono solo taglie di reggiseno.

Ma, soprattutto, impediamo loro di rovinare l’immagine di quante di noi dimostrano ogni giorno di saper guidare macchine e moto meglio di tanti uomini.

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  1. 4 Novembre 2009 a 12:00 | #1

    La strada è come la vita: se non ti accorgi della realtà che hai intorno e cammini/guidi con disattenzione e/o prepotenza, anche se rispetti la segnaletica, puoi fare male, ma molto male.

  2. 4 Novembre 2009 a 11:19 | #2

    Caro Claudio, il fatto è che molta, molta, ma molta gente non si rende conto di quello che gli accade intorno e dei danni che la loro disattenzione può creare.
    E a coloro che la subiscono non rimane altro che diferndersi.

  3. 3 Novembre 2009 a 13:14 | #3

    Stamattina ho preso la mia giusta dose di pioggia mentre me la giravo per ospedali e corsie alla ricerca di dottori senza volto e sorridendo a degenti con un bisogno di dolcezza e un caffé condiviso per riuscire a tornare nella propria stanza con una stupida, piccola goccia di sole.
    Tant’è che manco mi gira male. Però.
    Non ho la patente, mi muovo inerme con uno scooterino innocuo e anche oggi mi sono reso conto che molti guidatori di automobili credono di stare in un quadro di Grand Theft Auto o San Andreas nonsocosa, non la pizza.
    Vorrei solo sapere perché. Se un automobilista mi prende di striscio mentre fa un sorpasso, io posso farmi molto ma molto male, soprattutto se l’asfalto è bagnato.
    Non capisco.

  4. 31 Ottobre 2009 a 21:32 | #4

    Ciao a tutti.
    Vi suggerisco una sotto-categoria: le donne dai 60 in su. Sono veramente pericolose e non si rendono assolutissimamente conto di quello che stanno combinando e se le guardi in azione sembrano perennemente sotto acido.

  5. 30 Ottobre 2009 a 18:33 | #5

    @Danny
    Oddio, non lo guardare a lungo che se cattura l’attenzione, ma infrange l’occhio non va bene! 🙂

  6. 30 Ottobre 2009 a 18:05 | #6

    Confermo e sottoscrivo 🙂

    Il tuo Pla(ti)net’s Words è veramente lisergico.
    Parole in movimento che infrangono l’occhio e catturano l’attenzione.
    Però adesso basta, altrimenti impazzisco 🙂

  7. 30 Ottobre 2009 a 14:44 | #7

    @koralyn
    A parte il pirata che è in te, tu sei nella categoria pilota, questo è indubbio 🙂
    E sì, hai fatto bene ad ampliare la categoria pippe al volante. Avevo dimenticato i filippini… u signùr!

  8. 30 Ottobre 2009 a 14:41 | #8

    @pepper
    I ciclisti fanno amicizia con l’oscura signora, secondo me. Anzi, le offrono in dono gocce di sudore ogni giorno per ingraziarsela, soprattutto se vivono in una grande città 😉

    Anche io sono a rischio di mazzate…!

  9. 30 Ottobre 2009 a 12:38 | #9

    C’è “qualcuno” che dice che alla guida sono una pirata, solo perché ho un innegabile senso estetico che si avvicina molto al gioco del Tetris (lasciare uno spazio vuoto è male).
    Comunque, ritenendomi una guidatrice niente male, alle categorie da espellere dal rilascio della patente aggiungerei (per ordine di importanta, ovvero di danni che arrecano alla viablità):

    – Chiunque si appropri di 2 corsie o stia perennemente a cavallo tra l’una e l’altra
    – Gli uomini col cappello
    – Le suore (si, sono donne, ma hanno anche quel qualcosa in più: il velo davanti agli occhi!!!)
    – I filippini sul motorino (lo usano pensando che sia una bicicletta in mezzo alla campagna!)
    – Gli uomini al cellulare con braccio appoggiato al finestrino
    e la lista potrebbe continuare…

  10. 30 Ottobre 2009 a 12:00 | #10

    Qui a Milano sono più i bauscia, a fare i pirla.
    Le donne sono in minoranza, tra gli idioti, anche se vige anche qui “o donna o cappello”, e io aggiungo, o taxista.

    Andando in bici non hai idea di quante volte abbia visto l’oscura signora farmi la riga tra i capelli con la falce.

    Ah, e anche io parlo e strepito, che prima o poi si fermano e mi rovinano di mazzate.

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