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Confessioni di una mente ‘paurosa’

Tutte le parole accumulate nelle ultime 72 ore si scompongono e ricompongono a velocità folle nella mente. Si accoppiano e scoppiano, formando pensieri e frasi sconnesse che singhiozzano come amanti abbandonati. Provo a farle uscire dalla bocca e dalle mani, ma sento la voce di un’altra che dice ciò che pensa e che sente. Una morsa le attanaglia lo stomaco, le strozza la voce, e le lettere suonano sincopate, stonate a volte, frammentate dalla paura.

Chiudimi questa cazzo di bocca con un bacio. Toglimi il respiro fino a farmi morire. Voglio rinascere come campo arato pronto per la semina. Bagna la mia terra con acqua di sorgente, rinfrescami le idee, aiutami a far nascere germogli.

Vomito parole per riuscire a placare lo stomaco, ma resta la nausea di cento sigarette e il corpo provato dopo la tensione e lo sforzo…  Seduta al buio, davanti a un sipario, cerco di accantonare i pensieri perdendomi nei corpi che danzano sinuosi al ritmo di mani e chitarre, ma balzano agli occhi, tra tanti, i movimenti rigidi e legnosi di chi non riesce a sincronizzare il corpo con la mente. Inizio a muovere i fianchi cercando quel movimento che genera vita, ma non ci riesco, le membra stanche e spossate da troppe notti insonni. Mi manca il respiro a furia di reprimere quel grido strozzato rimasto in gola dal giorno in cui ho visto la luce.

E ora tu mi dici che posso, che devo far sentire la mia voce. Mi chiedi di lasciarmi andare, di godere come non ho mai fatto in vita mia, ma io resto paralizzata, schiacciata da una sconfitta annunciata che rende inutile qualsiasi tentativo di ribellione. Stresso la mente per placare il corpo, ma non ho alcuna resistenza, non ho più controllo su ciò che sento, basta una parola, un gesto, uno sguardo e la resa è totale.

Sdraiati accanto a me, accarezzami fino a sfinirmi. Sciogli tutte le mie resistenze e provami che posso fidarmi di te, anche solo per una notte. Regalami un sonno tranquillo, convincimi che non devo avere paura delle tue carezze. Dimmi che non merito solo botte e insulti, asciuga le mie lacrime con la tua bocca e resta sdraiato su di me fino a che il battito del mio cuore non tornerà regolare”.

Chiudimi la bocca, non farmi parlare. Dimmi cosa devo fare e io lo farò, ma per favore, non lasciare la mia mano adesso, muoio di paura.

  1. 4 Luglio 2009 a 3:29 | #1

    🙂

  2. 3 Luglio 2009 a 23:13 | #2

    Chiudimi la bocca,
    non farmi parlare.
    Dimmi cosa devo fare e io lo farò,
    ma per favore,
    non lasciare la mia mano adesso,
    muoio di paura.

    that’s poetry 🙂

  3. 3 Luglio 2009 a 13:24 | #3

    Orlomentale presente 🙂

    Mi associo al commento del buon Claudino (Hobbit batteriologo, esperto di folletti, non di aspirapolveri).
    Domenica si suona, finalmente! La broncopolmonite è passata, adesso recupero. Aspè adesso recupero….ecco sto recuperando….ci sono quasi. Ok ho recuperato. No, lo sapevo, pensavo di…invece niente.
    Sempre la solita storia. Siamo lucciole che stanno nelle tenebre.

  4. 3 Luglio 2009 a 13:10 | #4

    Ricordo una volta, anni fa, a casa tua, che lui parlò di Nessun Dove… ma non so se perché l’avevi già letto o perché ti suggeriva una cronologia di lettura. Ricordo bene, però, che lui suggerì, di Gaiman e di altri, la successione da leggere…

  5. 3 Luglio 2009 a 12:47 | #5

    Oddio… d’altra parte mi viene il dubbio che a me l’abbia fatto conoscere Claudio… memoria incerta della successione dei ricordi…

  6. 3 Luglio 2009 a 12:29 | #6

    E’ veroooooooooooooooooooooooooooooo! 😀 scusissima!

  7. 3 Luglio 2009 a 10:55 | #7

    p.s.
    va tutto bene per i ringraziamenti che fai a Claudiuccio, ma Gaiman te l’ho fatto conoscere io!!!! 😉

  8. 3 Luglio 2009 a 10:54 | #8

    “Sdraiati accanto a me, accarezzami fino a sfinirmi. Sciogli tutte le mie resistenze e provami che posso fidarmi di te, anche solo per una notte. Regalami un sonno tranquillo, convincimi che non devo avere paura delle tue carezze. Dimmi che non merito solo botte e insulti, asciuga le mie lacrime con la tua bocca e resta sdraiato su di me fino a che il battito del mio cuore non tornerà regolare”.
    Quando ho letto questo brano l’ho sentito come una perfetta trascrizione del mio stato d’animo, di un mio desiderio profondo. Ieri sera queste parole si sono materializzate.

  9. 3 Luglio 2009 a 6:53 | #9

    PATATUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!

  10. 3 Luglio 2009 a 2:34 | #10

    Ringrazio te, per avermi ‘insegnato’ come si scrive senza filtrare le sensazioni con il pensiero; per avermi fatto scoprire scrittori importanti (Grossmann e Gaiman); perchè mi fai scoprire musica nuova tanto vicina alle mie corde; per essere riuscita a scrivere e descrivere senza falsi pudori quel dolore che, ogni tanto, si riaffaccia nella mia vita per impedirmi di resistere e lottare per ciò che voglio. Grazie anche per aver imitato Gino Vannelli e aver ballato la salsa fino a farmi piegare dalle risate 🙂 Grazie del vino e della grappa e grazie per avermi fatto conoscere Patatù!

  11. 2 Luglio 2009 a 18:45 | #11

    Scendi dallo Scranno Del Dolore, signora, abbiamo già detronizzato The King Of Pain, comincia col ringraziare chi vuoi che non ti facciamo fare la fine di quell’uomo ridicolo, razza di pusillanime!
    Ma in virtù di cosa, parli di “sconfitta annunciata”, cosa sei una veggente…? Che se lo fossi stata, sai i soldi che c’avevamo in saccoccia, razza di celiacantide celenterata e invertebrata!
    Non ti devi ribellare, devi solo mozzare lo capo a tondo di una delle tante condomine del vicariato, and that’s all, sista’.
    Datte da fa’, cazzo santo!!!

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