From the Beginning…
Mentre tornavo a casa in scooter ieri sera, a mezzanotte e mezza circa, ascoltavo con l’ipod questo pezzo degli Emerson, Lake and Palmer. La prima volta che l’ho ascoltato credo di aver avuto 10 o 11 anni. I miei vicini di casa, con cui sono cresciuta, me la suonavano con la chitarra. Andrea che era mio coetaneo l’aveva imparata dal fratello più grande Marco, 4 anni più di me, di cui ero un pò innamorata.
Anzi, per dirla tutta, mi ero innamorata di Marco il giorno in cui, seduto sul letto della sua camera, aveva imbracciato la chitarra e aveva iniziato l’arpeggio di From the Beginning. Mi piaceva questa cosa che mentre suonava batteva le dita sulla cassa… e per la prima volta non l’ho guardato come un fratello. Sono passati un mucchio di anni e avevo quell’arpeggio sempre in testa, ma non ricordavo più il titolo del pezzo. Poi, una sera, sulla spiaggia di Sperlonga ho chiesto a un amico, Fabio, se conosceva il nome di quel pezzo degli ELP con l’arpeggio e lui ha immediatamente tirato fuori il titolo. Ricordo di essergli saltata al collo, abbracciandolo dalla felicità. Tutte le volte che ho sentito Fabio al telefono, negli anni successivi, prima della sua voce partiva sempre From the Beginning che mi faceva ascoltare dalla radio… So che quando l’ascolta ancora si ricorda di me. 🙂
Non avevo mai collegato a Marco e Andrea, che per anni ho ascoltato cantare e suonare con il loro gruppo, la passione per certa musica e per certi pezzi. Suonavano entrambi la chitarra, poi Marco è passato al basso, mentre Andrea cantava e suonava chitarra e batteria. Mi piaceva stare con loro: con Andrea litigavo e le prendevo, con Marco no, lui mi ha portato a cinema per la prima volta senza mamma e papà, avevo 12 anni. In un cinema parrocchiale a vedere Odissea 2001 e Jesus Christ Superstar. Io ero il suo pubblico, con me faceva le prove generali prima di salire sul palco e provare con il gruppo.
E poi, in seconda media mi innamorai di Paolo durante le prove per la recita di fine anno, mentre suonava pezzi di Santana… eh sì, perché senza chitarra era niente di che.
A 20 anni ho conosciuto Filippo a Caprera. C’era una festa per l’arrivo del nuovo gruppo al corso di vela. Eravamo tutti in piedi a bere e fare casino, ma io a un certo punto ho sentito il suono di una chitarra venire dal basso… E ho visto una sorta di Keith Richards biondo, con gli occhi verdi, seduto per terra che suonava un pezzo al quale non avevo saputo resistere. L’ho seguito come fosse il pifferaio magico e ho trascorso la serata appiccicata a lui. Non gli ho chiesto neanche come si chiamava, fino a quando non mi ha baciata. Dio quanto mi piaceva… e dio quanto era fuori di testa! Quando sono tornata a Roma, una settimana prima che lui tornasse a Milano, ho trovato una cartolina che mi aveva spedito da Caprera il giorno stesso in cui ero partita, firmata ‘tuo Filippo‘… mi ha telefonato per 2 mesi cantandomi canzoni per telefono, fino a che non l’ho raggiunto in una casa vicino a un fiume, sotto le dolomiti, dove abbiamo fatto l’amore. Non è stato come avrebbe dovuto essere… Così è stata la mia prima volta, con un chitarrista milanese che nel suo gruppo suonava il basso, beveva troppo e aveva gli occhi verdi incastonati nella faccia di Keith Richards.
Chissà perché non ho mai messo insieme tutti questi pezzi. La mia ‘fissa’ di guardare le mani di quelli che suonano, i miei compagni/fratelli d’infanzia, le chitarre, i cantanti, il rock…
Oddio… mentre scrivo i nessi vengono al pettine!
From the Beginning, il punto d’origine della coazione a ripetere!
Per fortuna non sono tutti uguali, a ben guardare le differenze sono molte e, nel tempo, ho imparato a ‘sentire’ anche altro, oltre a cosa e come suonano 🙂
Detto ciò, chiudiamo la parentesi ricordi d’infanzia e torniamo agli Emerson, Lake e Palmer. Ho trascorso buona parte della nottata a rivedere video di loro da giovani, con quel gran fico di Carl Palmer che ho avuto anche la fortuna di vedere dal vivo. A parte che mi ha lasciato a bocca aperta, perché stavo sotto al palco e ho capito cosa significa ‘suonare’ la batteria, ma poi devo dire che rispetto agli altri tre è ancora super-fico! Da giovane era proprio bello: sorriso perfetto e sguardo da matto, magro con i capelli lunghi (guardatelo qui, guardate come suona…). Ma anche adesso, soprattutto rispetto a Greg Lake e a Keith Emerson, è rimasto molto simile a com’era sempre con lo sguardo da matto, anche se con i capelli corti.
Vi posto qui un’esibizione del 1997 in cui eseguono la ‘mia’ From the Beginning. Hanno almeno trentanni di più, ma il pezzo è sempre bello anche se la voce di Lake è diversa e se il pezzo originale ha un arpeggio più asciutto e meno barocco di questa versione. Palmer qui non ha un gran da fare con grancassa, rullante e tom, anche se le percussioni sono quelle che creano l’atmosfera del pezzo, ma vi consiglio di andarvi a vedere qualche suo assolo, ne vale la pena.
Beh, buongiorno a tutti e buon inizio week-end, la prossima settimana si entra nell’estate.
@DdN
Bella questa foto come avatar 😀
Beh EmerzonLikePalle….devo dire che mi ha commosso:-)
… con quella sua camicia di mucca della collina.
Momenti così resteranno sempre scolpiti nella mia mente come
un sasso tra le gambe dell’ammmmore. Scherzo…
😀
I miei sono parte dell’Astoria, come Hilton e Waldorf.
Teh.
@Claudio Minestrino
E’ arrivato il momento anche per te di entrare nel magggico mondo di Twitter! Potresti entrare come Maggi Mario, Pinolo, Norma o… come Merlin, io entrerei come Merlin! 🙂
I messaggi sono un peso, ma solo sulla memoria del cellulare, nella maggior parte dei casi eh!
Comunque, ora, sono parte della storia! 😀
O.T (On Twitter):
boh ai terrestri.
Boh ai marziani.
Boh a Brù Spristi.
Sì ai ricordi ma senza tenere i messaggi di chi ami o amavi. Sono un peso sulla memoria. Nostra o del cellulare è un punto di vista personale.
Claudino Minestrino
@klauaus se ti dico che la canzone che hai linkato è nella mia playlist da viaggio verso l’ufficio non ci credi vero?
cmq, ho visto “I love Radio Rock” e ve lo consiglio. Io lo rivedrei e poi vorrei recuperare la colonna sonora… niente male, assolutamente niente male…
Ragazzi, vi voglio bene…
quando penso che ognuno di noi acchiapperà prima o poi quel cavolo di un passerotto! 🙂
Comunque, la musica degli anni settanta continua ad arricchire i nostri cuori di emozioni e di brividi. Che musica e che note “dall’inizio” della mia vita.
Sentitevi questo
Oggià… Vivo, vegeto o Keith Richard è un claim fantastico!
O.T. (On Twitter ma un pò c’entra pure col post).
It’s Only Rock’n’Roll But I like It, diceva un seccaccio al suo chitarrista senza occhi verdi.
Una catena di negozi di dischi americana più di dieci anni fa aveva questo ad:
“abbiamo i poster di tutte le vostre rockstar preferite, vive, morte o Keith Richard”.
E dopo tutti ‘st’anni quello sta ancora qua, vivo e vegeto. Anzi, vegeto.
Questi occhi verdi tornano nella nostra vita, caro fratello separato in culla! Occhi verdi o no, una donna ci sarà prima o poi, il mio consiglio è solo quello di provare a vivere senza attendere: si scoprono un sacco di cose, di sé e degli altri; è più facile ricevere sorprese quando meno te lo aspetti!
E te lo dice una romantica cronica che, solo all’idea di una possibile sorpresa, senza neanche aspettare di riceverla, già vede tutto di colore…lilla, facciamo lilla che il rosa mi ha sempre fatto schifo!
Cito una mia amica adorata, “cosa non si farebbe per degli occhi verdi”… anch’io tendo a non capire più un caXzXzXo alla presenza di una donna smeraldoculata. Non che si noti la differenza.
Quanto sarei felice se la mia prossima compagna avesse gli occhi verdi!
Ma ancora più felice se semplicemente ci fosse.
Che sconforto… eccheppalle!!!
Bah, mollo il computer solato al bookshop e torno in sala. Senza condizionatori, ancora.
‘Cci loro.
Sì, stai tranquillo 🙂 Ho letto e capito. E poi qui non si parla di violini, ma di chitarre, batterie e moog, per fortuna!!
No no no, ti prego, niente sviolinate! Oggi su un altro blog non sai quanti problemi ho avuto a tal proposito…
@Claudio dei Norma
Certo che ci sono uomini sensibili, ne conosco più di uno, io!
e ora non mi ‘far fare’ la sviolinata 😀
La mia rosicata è che un pezzo dei Converge, dei Chariot o dei Dillinger Escape Plan fatto attorno a un falò sulla spiaggia non fa lo stesso effetto de La Canzone Del Sole o Passerotto Non Andare Via… ma sì, certo che scherzo!!! Come si dice a Roma, mica confondo i broccoli col cXuXlXo, sto solo pazziando.
Anzi, devo dire che il commento di ikol22 mi ha fatto proprio un gran bell’effetto, vedi che ce ne sono di uomini sensibili?
@Fabrizio-ikol22
Sarà anche perché certi pezzi hanno comunque segnato un’età in cui eravamo impegnati a crescere e a sperimentare; sarà, forse, anche perché sono riuscita a riprendermi ‘certa musica’ che per anni non potevo ascoltare perché non ce la facevo a ricordare; sarà che ora non ho più paura di quei ricordi e posso di nuovo ascoltare e godere della musica; sarà perchè, ancora forse, sono riuscita a comunicarti questa gioia ritrovata, anche se non mi conosci… e ora mi conosci un pò di più 🙂
Grazie, Fabrizio!
Sarà che mentre ti leggevo sentivo nella mente qualcuno dei pezzi citati; sarà che mentre ti leggevo, mi tornavano alla mente ricordi di chitarre, spiagge e falò; sarà che mentre ti leggevo ti vedevo anche se non ti conosco. Sarà per tutto ciò o forse non solo ma mi sono commosso alle lacrime.