Sempreverde
Non piango
foglie autunnali
alibi della stagione
Salice
piango germogli
io sempreverde.
Prendo in prestito una vecchia, ma sempre bella, poesia di Gabriella pubblicata qui, perchè racconta come solo una poesia sa fare la natura di certe lacrime.
Chi ha pianto sa quanto siano diverse le lacrime spese per un abbandono, da quelle di dolore per una perdita o da quelle amare per la rabbia o la delusione. Ogni lacrima ha un sapore diverso, alcune sono dolci, altre salatissime. Io di lacrime ne ho versate talmente tante da non potermi più permettere di piangere. I miei occhi, incredibile ma vero, sono diventati allergici e al minimo accenno di liquido si gonfiano come se mi avessero preso a pugni, restando tumefatti anche per tre giorni.
Così ho smesso. Come ho smesso il pane e la pizza.
Ho smesso tante cose da un pò di tempo. Ho smesso di avere aspettative, se non da me stessa; ho smesso di dire sempre come la penso e perorare le cause perse; ho smesso di credere alla maggioranza e di dubitare di ciò che sento.
Non ho certo raggiunto il nirvana, purtroppo ancora indulgo in abitudini nocive. Continuo ad ascoltare gli altri anche quando avrei voglia di non sentire nessuno e, soprattutto, continuo a restare attaccata all’immagine di ‘brava bambina ubbidiente‘ che rende orgogliosi i genitori. Fare la bambina giudiziosa non mi è mai costato molto. Bastava fidarsi di chi mi voleva bene e non dubitare mai delle loro richieste/pretese.
Ora, però, non ci riesco più. Divento insofferente quando qualcosa non mi convince e non riesco a nasconderlo. Le reazioni spesso sono maldestre, a causa di antichi scrupoli e sensi di colpa ancora aggrappati con le unghie al mio stomaco. Ma piano, piano ci riuscirò. Sorriderò senza il bisogno di inutili parole. Mi allontanerò senza rimpianti, abbraccerò senza paure e saprò essere una donna senza timore.
Intanto, piango germogli, io sempreverde.
Chiedo scusa a Guido per le sciatte parole, dopo aver tradotto troppe puntate del C.C.W. di Hulk Hogan e di Ciranda De Petra mi sono uscite un pò troppo simili ai dialoghi di quest’ultima.
Forse avrei fatto meglio a citare qualche massima di Nasty Nobbs… sbaglio pure sui fifty – fifty!
@Guido
Bella la telenovela brasiliana! La intitoliamo Pane e lacrime?!
Avrebbe un successo strepitoso e non dovremmo neanche inventare nulla, basterebbero ‘le storie di ordinaria malattia’ che ci capitano tutti i giorni… giusto? 🙂
Per l’analogo sentimentale del tostapane celiaco mi toccherà aspettare, ho aspettato 5 anni per il tostapane, mi toccherà rassegnarmi a provare, provare, provare, provare… 😉
o figa, cosa sono ste tragedie?
Tutto questo parlar di lacrime mi sembra un esorcismo sciamanico funzionale solo a produrne altre.
E l’immagine del pane impastato con le lacrime è di un romanticismo sciatto da telenovela brasiliana… ma per favore!
Meno male che hai il tuo nuovo tostapane celiaco.
Ti tocca solo trovare un analogo sentimentale, visto che sei ‘la celiaca dell’amore’.. e cerchiamolo che funzioni, eh?
Baci
@Claudio dei Norma
Hai ragione… ma credo sia il passo successivo.
Per ora, mi accontento di piangere germogli (e non capita neanche tanto spesso, sai), piuttosto che versare inutili lacrime disperate su fatti ineluttabili.
E poi, se ci pensi bene, la maggior parte delle volte che abbiamo versato lacrime disperate erano a causa di qualcuno o qualcosa che ci aveva deluso, offeso, ‘malmenato’. Ma, a ben guardare, erano pianti su noi stessi che non avevamo capito, che ci eravamo sbagliati o crogiolati in situazioni sbagliate.
Ecco perchè ora non piango più così, ma cerco di capire prima, anche se, a volte, può essere davvero molto doloroso.
Perché tanto, si sa, la vita ci riserva cose sempre più difficili da vivere e da affrontare, quindi l’unica soluzione è resistere e cercare di farsi trovare pronti per le cose brutte, ma anche per quelle (poche) belle 😉
Ho riletto il post.
Certo che se cominciassimo a non piangere nemmeno germogli non sarebbe male. E perdona la doppia negazione.
A me ormai me so cresciuti du’ salici sulle guance…
A presto.
@Rob
Dal senso della frase deduco che ‘cioccato’ significhi ‘discusso, litigato’, giusto?
Solo per non fare errori, a Roma se qualcuno ‘ti ciocca’ significa che ti guarda, tutt’altra cosa, direi 🙂
grunt… ho cioccato con i miei un paio di giorni fa e leggere questo mi fa un certo effetto… 🙁
Brave bambine ubbidienti
che non sanno usare i denti
per mangiare pane e prosciutto
e si accontentano di tutto…
Brave bambine ubbidienti
diventano donne fra lacrime e stenti
e mettono al mondo bambini e bambine
cercando di fare tutti contenti.
Ascoltano, amano, lavorano e stringono i denti
le brave bambine ubbidienti,
ma se tendi l’orecchio le senti…
ridono, cantano, ballano
fanno l’amore e più non pensano
a chi o a cosa dovranno ancora ubbidire
perché SI’ hanno imparato a dire,
ma sanno che stanno mentendo
e se ne fregano di tutti sorridendo.
p.s. chiedo sempre scusa per la mia scarsa abilità poetica, ma pensando a un possibile club di Ex Brave Bambine Ubbidienti (Ex-BBU), mi è venuta in mente la filastrocca 😉
Beh, sarò un triste puny human, come dice Hulk, ma io vi amo tutti.
(Oggi, perché da domani tornerò ad essere quell’orribile uomo ostile alla calma e alla gioia che ogni giorno smadonna cercando sconforto nella pesantezza esteriore e interiore.)
E poi ammappa, Catia c’ha preso! Tu Visxztch ti sei vista Spidermanna, io invece Petera Parker. Che dici?
E comunque, CATIA AMICA SUBITO! CATIA AMICA SUBITO! CATIA AMICA SUBITO!!!
Claudio (o Floriana, in questo caso).
Cavoli, ero ancora una volta in sala operatoria per un’operazione a cuore aperto e sono arrivata tardi a questo appuntamento. Tardi, sempre tardi… ma meglio tardi che mai.
volevo solo rispondere con un “presente” all’appello delle brave bambine che non deludono mai le aspettative dei genitori e che, avendolo imparato fin da piccolissime, sono allenate, e continuano a farlo anche da grandi.
Sto cercando il modo per affrancarmi, per trasformare, prima o poi, la brava bambina “figlia di” in una donna/persona autonoma, e in questo cammino le lacrime si sprecano (quindi non è il monitor del pc che mi fa bruciare così tanto gli occhi…). E’ bello sapere di non essere soli in questa ricerca, quindi cara Vic, anche tu sai di non essere sola. Come dicevo, meglio tardi che mai.
@catia
Lo sono. Sono molto felice delle amicizie che ho con le quali posso condividere moltissimo e penso che ciò sia soprattutto merito dell’intelligenza e della sensibilità dei miei amici.
Certo è che non avevo pensato di poter essere come Spiderman… sfigata ma con grandi poteri?! Proverò ad arrampicarmi sui muri, chissà che non mi riesca meglio di quanto non mi riesca l’arrampicata quotidiana verso una qualità di vita serena e decente! 🙂
Condivido quanto detto da “Claudio dei Norma” sulla bellezza e l’importanza di quello che hai scritto. In realtà non c’è nulla da aggiungere per noi “brave bambine ubbidienti” aspiranti EX se non che le tue parole, insieme a quello che si legge nei commenti, l’immedesimazione di ognuno di noi, il punto di vista diverso ma uguale di Klauaus e degli altri che passeranno da qui, fanno una cosa bellissima. Fanno la condivisione, fanno l’amicizia. E dovresti essere felice di questa cosa che sai fare benissimo.
Sì lo so, può essere la tua gioia ma anche la tua croce.
Come insegna Spiderman: “a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità”!
Mi è tornata in mente leggendo.
Roma, 31/5/1998
“ALLA CONTINUA RICERCA…”
Alla continua ricerca…
disse una ragazza al suo uomo,
guardandolo negli occhi
attraversi gli occhi
di uno strano pensiero amoroso.
Il senso della frase
la portava a osservarlo
al suo interno
provando a capire
cosa fosse quella strada
tanto stretta, al suo interno.
L’uomo avrebbe voluto riempirla
di gioia, vita e amore
ma la strada era troppo stretta
e in essa non riusciva a muoversi, non riusciva a dare spazio,
a dare vita a quello che in fondo
anche lui desiderava.
La ragazza
continuava a osservarlo
continuava e cercava di capire
cosa lui stesse cercando.
La ragazza guardava,
l’uomo si guardava
attraverso gli occhi di lei
che gli stava di fronte.
🙂
Non potrò mai più mangiare pizza e pane, purtroppo 😉 e ora preparo il pane con un nuovo elettrodomestico, senza mettere le mani nella farina…
dunque non dovrei più aver bisogno di lacrime!
Seriamente: è vero, la mia è una dichiarazione d’intenti alla quale lavoro a tempo pieno. Essere una donna, o una persona, senza paure è estremamente difficile e non esiste una ricetta valida per tutti. Ognuno deve sperimentare i propri ingredienti, con o senza glutine 😉
Quando potrai di nuovo mangiare pizza e pane, ricomincerai a piangere e li farai tu, impastandoli con le lacrime.
Ancora non ci sono commenti perché hai scritto una cosa così importante che giusto un guitto come me ha la faccia come il cXuXlXo di lasciare come commento un fesseria del genere. Ma non solo quella.
Hai scritto una dichiarazione di intenti talmente bella e profonda che rende difficile la replica.
E in questo momento, permettimi di dire che, se avessi usato la parola “persona” al posto di “donna”, avrei voluto scriverla io.
Io di lacrime ne ho a iosa, sorella. E lavorano dentro, come le tue parole
Tutto il meglio, e solo il meglio.