… DOVETE vederlo.
Come ha detto il mio amico Guido (e lo cito perché sono perfettamente d’accordo con lui): le tre ore di televisione più belle che abbia mai visto.
Anche io, come te e molti altri che conosco, difficilmente mi lascio coinvolgere dai clamori e dai successi mediatici unanimi… questo il motivo per cui non ho ancora visto il film, né letto il libro. In genere su queste cose arrivo con una buona dose di ritardo (voluto).
La trasmissione televisiva, però, mi ha convinto. E, nonostante non dubiti che Saviano abbia ripetuto a voce ciò che ha scritto nel libro, trovo che la trasmissione sia stata davvero perfetta.
Non è un caso che sia stato uno dei programmi con più alto share dell’ultimo periodo. Una prima serata che ha unito il pubblico dei reality con i cinefili, gli appassionati di serie Tv e con i telespettatori seguono esclusivamente attualità, informazione e cultura.
La Aspesi ha dedicato alla trasmissione un articolo, che sintetizza tutto ciò e analizza molto lucidamente il trend della televisione degli ultimi anni. Ve lo consiglio.
Io ho evitato in maniera molto molto attenta tutto il clamore suscitato da questo Saviano.
Siccome mi piace documentarmi per i fatti miei prima di andare a belare con le pecore ho deciso tempo addietro che avrei cercato il minimo di notizie a riguardo e che avrei PRIMA letto il libro e POI guardato il film.
In realtà sabato sera siccome non ero in formissima ho messo le cuffiozze al pc e mi sono guardato il filmato ma giusto per rispetto alla Uichi che ha cmq pubblicato questa cosa perchè voleva darne risalto.
In sostanza… ha detto televisivamente ciò che ha scritto in maniera più prolissa sul libro (che consiglierei a tutti di leggere…)
Appena vista la tramissione ho scritto un post spinta dal bisogno di testimoniare in qualche modo la mia solidarietà nei suoi confronti. Quel che più mi ha impressionato è stato il vederlo come un eroe piccolo e solitario che combatte contro giganti invisibili eppure onnipresenti, lasciato solo da tutti. Un ragazzo (perché questo è) che vive solo in quei rari momenti in cui le telecamere e i media gli danno visibilità. Poi è costretto a tornare segregato nella sua condizione di uomo sotto scorta. Terribile.
A me fa impressione che persone della sua età e anche moooooolto più giovani sputino veleno su di lui dandogli del pagliaccio, dell’infame e della merda. Persone che, chissà, anche per il sacrificio personale di Saviano, potrebbero (lasciatemi sperare) avere un futuro forse meno disgraziato di quello tenuto in serbo per loro dalla camorra.
Ma l’ho scritto io? Davvero? Mi sembra quasi di cogliere una nota meno pessimista del solito…
Questo scrittore, che parla con la consapevolezza di un uomo vissuto, che approfondisce, studia e riallaccia le fila di tante verità, celate per secoli da un paese che ancora non ha risolto ‘la questione meridionale’, è solo un ragazzo… nel senso che è nato nel 1979.
Ha gli stessi 30 anni di giovani che vivono con i genitori perché incapaci di autonomia, 30 anni come i tifosi di calcio che si animano solo per 90′ alla settimana, per poi tornare a fare gli zombie per le strade della propria città; 30 anni come la maggior parte degli uomini per i quali sappiamo trovare sempre una giustificazione quando non s’impegnano e fuggono dalle loro responsabilità… ‘sono immaturi, sono ancora giovani’, ‘si sono appena affacciati alla vita’.
Roberto Saviano ha anche lui 30 anni, ma negli occhi la sconfinata rassegnazione di chi si è ritrovato inaspettatamente solo, abbandonato anche da chi considerava amico, per aver raccontato la verità.
Per lui non esiste la scusa dell’età. Lui seduto accanto ad Auster e Grossman, due giganti della letteratura mondiale, ieri sera mi ha fatto tenerezza. Solido, determinato, ma anche preoccupato e un pò spaurito. Anche lui ha SOLO 30 anni.
Anche io, come te e molti altri che conosco, difficilmente mi lascio coinvolgere dai clamori e dai successi mediatici unanimi… questo il motivo per cui non ho ancora visto il film, né letto il libro. In genere su queste cose arrivo con una buona dose di ritardo (voluto).
La trasmissione televisiva, però, mi ha convinto. E, nonostante non dubiti che Saviano abbia ripetuto a voce ciò che ha scritto nel libro, trovo che la trasmissione sia stata davvero perfetta.
Non è un caso che sia stato uno dei programmi con più alto share dell’ultimo periodo. Una prima serata che ha unito il pubblico dei reality con i cinefili, gli appassionati di serie Tv e con i telespettatori seguono esclusivamente attualità, informazione e cultura.
La Aspesi ha dedicato alla trasmissione un articolo, che sintetizza tutto ciò e analizza molto lucidamente il trend della televisione degli ultimi anni. Ve lo consiglio.
Io ho evitato in maniera molto molto attenta tutto il clamore suscitato da questo Saviano.
Siccome mi piace documentarmi per i fatti miei prima di andare a belare con le pecore ho deciso tempo addietro che avrei cercato il minimo di notizie a riguardo e che avrei PRIMA letto il libro e POI guardato il film.
In realtà sabato sera siccome non ero in formissima ho messo le cuffiozze al pc e mi sono guardato il filmato ma giusto per rispetto alla Uichi che ha cmq pubblicato questa cosa perchè voleva darne risalto.
In sostanza… ha detto televisivamente ciò che ha scritto in maniera più prolissa sul libro (che consiglierei a tutti di leggere…)
Brava la Uichi!
Appena vista la tramissione ho scritto un post spinta dal bisogno di testimoniare in qualche modo la mia solidarietà nei suoi confronti. Quel che più mi ha impressionato è stato il vederlo come un eroe piccolo e solitario che combatte contro giganti invisibili eppure onnipresenti, lasciato solo da tutti. Un ragazzo (perché questo è) che vive solo in quei rari momenti in cui le telecamere e i media gli danno visibilità. Poi è costretto a tornare segregato nella sua condizione di uomo sotto scorta. Terribile.
Non ho ancora finito di vederla ma devo dire che è impressionante. Avevo già sentito Saviano in altre interviste e ogni volta è una bella conferma.
A me fa impressione che persone della sua età e anche moooooolto più giovani sputino veleno su di lui dandogli del pagliaccio, dell’infame e della merda. Persone che, chissà, anche per il sacrificio personale di Saviano, potrebbero (lasciatemi sperare) avere un futuro forse meno disgraziato di quello tenuto in serbo per loro dalla camorra.
Ma l’ho scritto io? Davvero? Mi sembra quasi di cogliere una nota meno pessimista del solito…
Questo scrittore, che parla con la consapevolezza di un uomo vissuto, che approfondisce, studia e riallaccia le fila di tante verità, celate per secoli da un paese che ancora non ha risolto ‘la questione meridionale’, è solo un ragazzo… nel senso che è nato nel 1979.
Ha gli stessi 30 anni di giovani che vivono con i genitori perché incapaci di autonomia, 30 anni come i tifosi di calcio che si animano solo per 90′ alla settimana, per poi tornare a fare gli zombie per le strade della propria città; 30 anni come la maggior parte degli uomini per i quali sappiamo trovare sempre una giustificazione quando non s’impegnano e fuggono dalle loro responsabilità… ‘sono immaturi, sono ancora giovani’, ‘si sono appena affacciati alla vita’.
Roberto Saviano ha anche lui 30 anni, ma negli occhi la sconfinata rassegnazione di chi si è ritrovato inaspettatamente solo, abbandonato anche da chi considerava amico, per aver raccontato la verità.
Per lui non esiste la scusa dell’età. Lui seduto accanto ad Auster e Grossman, due giganti della letteratura mondiale, ieri sera mi ha fatto tenerezza. Solido, determinato, ma anche preoccupato e un pò spaurito. Anche lui ha SOLO 30 anni.