Libertà
Difficile stabilire i confini della libertà, soprattutto quando il concetto si applica al pensiero. Già, perchè attraverso la libertà di pensiero e di espressione possono passare idee distruttive che minano le menti e mettono in pericolo la libertà degli altri, ma è vero anche che impedire a qualcuno di dire come la pensa, tacitare ciò che qualcuno bolla come ingiusto o scorretto è altrettanto lesivo del concetto di libertà.
Come si fa, allora? Forse, l’unica strada è provare a capire le idee degli altri e, nel momento in cui si pensa che non siano accettabili, discuterle e provare a superarle costruendo una dialettica concreta, a prescindere dalle ideologie spesso astratte e dannose.
La riflessione nasce da una considerazione che facevo a proposito delle polemiche sanremesi sul testo della canzone di Povia, classificatosi secondo al festival, criticato dalla stampa e apprezzato dal pubblico. Ci si è chiesto se la massa che lo applaude sia razzista e intollerante, se questo consenso popolare non sia lo specchio di un’Italia conservatrice e bigotta, se il Governo e il Vaticano continuino a imporre con i loro giudizi una morale rigida e intollerante nei confronti della libertà personale.
Sinceramente, non condivido le scelte e i principi di un Governo che non ho votato, né tantomeno la morale cattolica, essendo atea, ma tra le persone che hanno apprezzato la canzone di Povia credo ce ne siano tante simili a me. Persone assolutamente tolleranti nei confronti della libertà altrui (conosco e sono amica di tanti gay), che non condividono la politica dell’attuale Governo e che vorrebbero che la religione fosse una libera scelta e non un’imposizione di Stato.
Eppure, dinanzi a una frase come “Luca era gay, adesso sta con lei” insorgono gli intellettuali, i giornalisti e gli artisti che, come ha fatto Benigni leggendo la bellissima lettera di Oscar Wilde al suo amante, sentono la necessità di ‘bollare’ il brano di Povia. “Inaccettabile, ignorante, insulso, razzista“, sono solo alcuni degli appellativi che gli ho sentito dare.
Ieri sera Povia, ospite di Bruno Vespa insieme agli altri protagonisti del Festival, si è espresso con molta pacatezza ed educazione, dicendo di essere disponibile a un confronto con Grillini, sebbene non lo ritenga necessario. Ha ribadito la stima nei confronti dell’ex deputato, Presidente onorario dell’Arcigay, e nei confronti di Benigni apprezzando la bellissima lettera di Oscar Wilde ma dicendo anche che la mamma dello scrittore desiderava una figlia femmina e per gran parte della sua infanzia Wilde venne vestito da bambina…
Ci sono spunti per discutere, ci sarebbero argomenti da approfondire, prima di sbandierare al vento accuse e giudizi. E, mi chiedevo stamattina, perchè i cosiddetti tolleranti sono disposti ad apprezzare e a capire un eterosessuale che improvvisamente capisce di essere omosessuale, mentre il contrario suscita in loro sdegno e rabbia? Mi sembra che ultimamente ci siano stati molti eterosessuali, più o meno famosi, che abbiano fatto outing davanti alle telecamere suscitando applausi e comprensione solo per il fatto di aver finalmente accettato la propria natura.
Perché il contrario sembra essere una bestemmia? Credo che essere DAVVERO tolleranti significhi rispettare le scelte altrui, soprattutto quando sono fatte con garbo e senza invadere la vita degli altri. E credo che se si gioisce per la riscoperta identità omosessuale di Cecchi Paone, per restare in ambito nazionale, o di Lindsay Lohan, attrice americana, si possa gioire anche per la realizzazione di Luca, il protagonista della canzone di Povia, che ha capito di essere felice con “l’unica donna che abbia mai amato“.
P.s. Detto per inciso e sempre restando nei limiti della canzone italiana, a me il brano di Povia è piaciuto anche musicalmente e ieri, a Porta a porta, ne ha eseguito una bella versione unplugged. Su You Tube ne ho trovato un estratto.
La cosa bella di scrivere un blog personale e non “su commissione” è che puoi scrivere quando ti va e come ti va, scrivendo 5 post al giorno o magari stando un mese senza scrivere nulla. Perché è così che ti senti in quel momento ed è così che ti racconti nel tuo blog. Così, cara Vic, non allarmarti se il tuo blog è poco frequentato: il tuo al confronto col mio sembra Trastevere il sabato sera. Meglio pochi, poco spesso, ma buoni. Giusto? 😉
p.s. che sono andata fuori tema? forse sì. baci a te e ai tuoi “tre o quattro lettori”, come scriveva qualcuno tanto tempo fa.
… Ho appena fatto un giro nei dintorni, nei blog che mi capita di leggere perchè si trovano nei blogroll degli amici e che, ultimamente, ho disertato non per mancanza di tempo, ma per ‘incompatibilità’ caratteriale. Un pò come capita nella vita, quando si cambia strada e si lasciano indietro quelli che se ne stanno sul muretto sempre a parlare delle stesse cose, senza fare niente di diverso dal parlare.
Però, siccome sono recidiva, ci ho riprovato, non sia mai fossi stata troppo snob!
E trovo, sparsi qua e là, post e commenti sull’argomento in oggetto.
Tutti, o quasi, a inveire nello stesso modo e con le stesse parole.
Alcuni poi, si contraddicono da soli, prima portando avanti un concetto e subito dopo sposandone uno opposto. Come succede dal salumiere quando si fanno i commenti, ‘signora mia‘, su come sono cambiati i tempi e sui soldi che non bastano mai, per poi affermare che è colpa del governo precedente, non certo di quello attuale che sembra essersi votato da solo…
E la cosa strabiliante è che ‘sta gente, i blogger non i clienti del salumiere, racconta nelle proprie pagine storie di vita sulle quali ci sarebbe da riflettere davvero, altro che gay!
Vite che sembrano piene di avventure o anche tristemente riflesse su se stesse, percorse da considerazioni varie sul dolore provocato da un uomo o da una donna, sulle difficolta lavorative e così via. Storie di ordinaria quotidianità (come può essere anche la storia che in qualche modo si ricostruisce sul mio blog, non me ne tiro fuori), scritte a volte benissimo, ma senza quasi mai uno spunto personale che lasci intravedere la possibilità di un punto di vista veramente interessante, diverso dai soliti discorsi che circolano sul web o negli uffici, nei bar e nelle salumerie…
Mi preoccupavo perché ultimamente il mio blog non è più frequentato come una volta, perché anch’io partecipo poco alla vita di altri che avevo iniziato a ‘bazzicare‘ e perché, pensavo, avrei voglia di un gruppo virtuale interessante con cui scherzare o parlare seriamente, a seconda dell’umore.
Ma poi mi sono resa conto che ho sul web quello che ho nella vita: pochi amici ma buoni; un corto blogroll con pochi V-visitors scelti con cura. Anche quelli che non commentano o che si fanno vedere poco, ma so di trovare ogni volta che ne ho voglia e, soprattutto, che si rimettono in discussione continuamente con coraggio, che non parlano con frasi fatte, che sanno chiedere scusa e che ci provano.
Ogni giorno della loro vita provano a essere se stessi, opponendo resistenza a chi tenta di confonderli e/o annientarli alterando la realtà con luoghi comuni e ideologie da reader’s digest.
@Claskowsky Normalowsky
Koralynskaya se la prende soprattutto con se stessa, per tutte le volte che non è stata in grado di dire “beh, forse non la penso proprio così”, per tutte le volte che ha creduto fermamente che delle idee fossero le sue, senza essere in grado di metterle veramente in discussione, per tutte le volte che non ha dubitato dell’idea degli altri preferendo sempre, prima, dubitare di sé.
Un enorme abbraccio a te. Anzi, tre baci sulle guance 🙂
Nono, Claudiuccio. Su certi temi molti hanno il cervello in pappa e le polemiche a proposito lo dimostrano. L’importante è l’approccio: ascoltare e provare a capire un punto di vista diverso, poi non è detto che si cambi idea. A volte però, provare a mettersi in discussione su un argomento che diamo per scontato può aprirci delle porte che fino ad allora non avevamo neanche notato. A me è successo così. 🙂
C’ho il cervello in pappa, tra un pò vado dalla strizzacervelli e spero non mi dica che non vale la pena spendere soldi per il mio caso.
Mi dispiace, sto peggio del solito, meno lucido che mai e mi tocca ammettere che il peso della separazione comincia a farsi sentire.
Non ho mai dubitato dei tuoi ascolti anche se non li condivido, fermo restando che pure se sentissi Popopovia proverei per te lo stesso bene. Alla fine della fiera condivido con te l’impressione di solenne stronzata. Perdona quelle dette da me.
Un abbraccio alla Towarisch Koralynskaya.
Purtroppo è quasi un mese che sono impantanata in tempi di lavoro annientanti e non riesco più a scrivere nel mio blog, a leggere quelli degli altri e a rispondere con impegno. Però riesco ancora a pensare. L’argomento tirato fuori da Vic in questo post mi interessa parecchio, insieme ne abbiamo parlato tante volte e ora non ho il tempo di dire la mia approfonditamente. Voglio solo dare tutto il mio appoggio all’autrice del post, dire che la penso come lei, e che mi sono abbondantemente rotta il caxzxzxo di sentirmi dire dagli altri cosa è giusto pensare, cosa è di sinistra, cosa è politically correct e cosa non lo è, rischiando sempre di finire inglobata in una generica e informe “massa democratica” di cui DEVI far parte se non vuoi essere tacciato di razzismo e reazionarismo (forse non si dice così) se non condividi pensieri che non sono i tuoi, ma se non li condividi pare brutto. Voglio pensare col mio cervello, voglio discutere, pormi domande scomode e darmi la possibilità di trovare risposte impreviste, voglio essere basica e poter dire che se è fantastico che un gay faccia outing e tutti gioiscano per la sua felicità (ma vi prego “tollerare” no, è un vocabolo tremendo!), allora deve essere tacitamente accettato che se un gay dice che è felice perché ha scoperto di essere etero si gioisce anche per lui, e senza rompere troppo i coglioni.
Non siamo scimmie, anche se discendiamo da loro, ci siamo evoluti, a parte tutte le considerazioni che si aprono sulla parola evoluzione e che non farei per non andare fuori tema.
Non ho mai detto che che un omosessuale deve essere riportato sulla retta via… semplicemente che ognuno deve trovare la propria via. E se va bene che un etero trovi la sua scegliendo l’omosessualità, o meglio capendo che la sua identità sessuale è un’altra, non vedo perché non debba essere possibile il contrario. Se un’omosessuale capisce di essere etero ed è felice così, va bene. Non ho mai fatto un discorso di ‘normalità’ e non se ne parla nemmeno nel brano in oggetto. Tutti, però, l’hanno voluto interpretare così. A me è sembrata una vera stronzata.
E, detto per inciso, non ho neanche mai pensato di mettere nel mio iPod il pezzo di Povia, perché certa musica non m’interessa. Solo che all’interno di un Festival della musica italiana, mi sono sembrati altri i brani peggiori. Fermo restando che stamane, venendo in ufficio, ascoltavo Keith Jarret, ieri Bruce Springsteen e così via. E’ altra la musica che ascolto. Come sono altre le mie idee in proposito.
“Pochi sono stati quelli che hanno provato a capire che, come succede in tantissimi casi, molti gay (ma non tutti sia chiaro) hanno alle spalle violenze domestiche e non, rapporti confusi e perdita d’identità nella fase adolescenziale a causa di rapporti familiari violenti o inesistenti.
Questo sia chiaro, produce anche etero “ibridi” o etero “violenti”, non esclusivamente omosessuali, ma perchè banalizzare un argomento così delicato, tacciandolo direttamente di “razzismo”, quando potrebbe essere utile a tanti genitori o adolescenti in crisi?
Non mi sembra di essere né razzista, né violenta, solo interessata a comprendere. Volta per volta, senza massificare, banalizzare e offendere nessuno.”
E’ molto probabile che io stia fraintendendo ma in virtù di quel che ritengo di aver capito ti rispondo.
Continuo a credere che l’omosessualità non sia una sorta di malattia o allontanamento dalla via naturale, non posso non considerare che le scimmie Bonobo sono quasi completamente disinteressate al sesso del partner che scelgono e sinceramente, anche se molto spesso accade che alcuni problemi di origine comportamentale, alcuni squilibri di ordine “diverso” possano svilupparsi in famiglie in cui c’è un’imposizione dei ruoli indipendentemente dai sessi, l’idea che un omosessuale possa essere portato sulla retta via mi fa una certa impressione.
Sicuramente non c’ho capito una mazza, come nel mio commento precedente, la cosa non mi stupirebbe più di tanto, attendo repliche.
Scusate se ho abbandonato il dibattito che, invece, m’interessava moltissimo, ma avevo delle priorità e mi sono imposta di non cedere al piacere! 😉
Devo dire che il commento di Claudio dei Norma mi ha lasciato interdetta… il pensiero immediato è stato “ecco, proprio il genere di discorso che sono stufa di sentire”. Poi ho pensato che, magari anche io, non mi ero espressa correttamente. Il fatto è che non m’interessa l’elogio dei vari amici gay meritevoli di affetto (ne ho anche io e non provo dei sentimenti in funzione del loro orientamento sessuale, bensì del rapporto che abbiamo), né porre l’accento sulle ‘false polemiche’ che ci distraggono dai problemi reali (praticamente tutte in questo periodo).
Quello che tentavo di dire era che mi è capitato, a proposito della canzone di Povia, di non poter esprimere liberamente il mio parere senza suscitare discorsi animosi (e animati) da parte di chi si professa ‘tollerante’. Mi sono trovata dalla parte di chi viene tacciato di discriminazione solo per aver accennato, con voce debole e sussurata, che mi sembrava ‘montata’ la polemica su una canzone che parla di un outing al contrario. Tutto qui. Ne ho dedotto che, ancora una volta, certi argomenti si continuano ad affrontare, da parte di chi si professa tollerante e aperto alla discussione, con un generale “volemose bene, semo tutti uguali, bella fratè, gay è bello, etero ‘nsomma…”
Pochi sono stati quelli che hanno provato a capire che, come succede in tantissimi casi, molti gay (ma non tutti sia chiaro) hanno alle spalle violenze domestiche e non, rapporti confusi e perdita d’identità nella fase adolescenziale a causa di rapporti familiari violenti o inesistenti.
Questo sia chiaro, produce anche etero “ibridi” o etero “violenti”, non esclusivamente omosessuali, ma perchè banalizzare un argomento così delicato, tacciandolo direttamente di “razzismo”, quando potrebbe essere utile a tanti genitori o adolescenti in crisi?
Non mi sembra di essere né razzista, né violenta, solo interessata a comprendere. Volta per volta, senza massificare, banalizzare e offendere nessuno.
Non dire così! …e scusa di che?
I tuoi commenti sono sempre preziosi e la loro colonna non sarebbe più la stessa senza di te 🙂
…e comunque gli ultimi sei “versi” del tuo commento #4 sono fantastici.
Nonostante il tempo che c’è fuori, buona giornata a tutti!
Chiedo scusa per la pippa attaccata, scusa scusa scusa.
Kla’, fondamentalmente potrei ma poi comincio e s-parlo, per cui mi astengo e m’allontano dalla colonna dei commenti.
Buona giornata a tutti.
Ciao Cla’ hai ragione ma non ho capito se ne vuoi parla’ o no! 🙂
A me sconcerta che una canzone di Povia dia tanto da parlare. Non mi tocca minimamente che Luca prima amasse gli uomini e dopo aver conosciuto una ragazza che gli piaceva ci abbia fatto un figlio. Non me ne frega un caXzXzXo che aveva problemi col padre e l’unica donna che amava era la madre e men che meno che questo cialtrone c’abbia scritto una canzone. Non mi pare che il problema sia la libertà di scrivere o meno quel che si vuole in democrazia, reale o presunta, quanto preoccuparsi di niente e dargli tanta importanza da creare un dibattito inutile.
Il papà di una mia amica è gay, lei ha più di trent’anni, la mamma è un oltraggio nei confronti delle donne e il compagno del padre è una meraviglia.
Una mia amica intima era un’attivista lesbica e ora ha una figlia, la sua ex resta una bull.
I miei amici Pino e Massimo a scuola forse non avevano troppo chiaro quel che provavano dentro o non ce la facevano ad affrontarlo ma adesso hanno entrambi due ragazzi splendidi.
Quel che dice la destra o la sinistra non mi turba, mi tocca che si stia di nuovo cercando di creare uno stato di falsa comprensione. Si è cambiato per l’ennesima volta il soggetto, una volta è stato il divorziato, un’altra il tossico e la successiva l’immigrato, ora il gay. Ma che non sgarri e torni ad essere normale perché non si può accettare. O forse è meglio, per come la vedono dall’altra parte.
Sarò banale o forse manco di lucidità ma non vedo problemi, si sfruttano la vita vissuta e quella inventata per fare propaganda, sai che novità.
Stiamo dando a un cialtrone un’importanza immeritata e a un argomento che non esiste una rilevanza esiziale laddove forse dovremmo preoccuparci di come viviamo, ci stanno facendo parlare di fuffa mentre ci tolgono ogni tipo di ingerenza sulla nostra stessa vita. E manco ce ne accorgiamo, sono proprio dei geni!
Luca era gay. Ammazza come stamo combinati…
Poi domani lo rileggo e mi rode il chiccherone di avertelo lasciato ma stasera me la sento così.
Sono un pirata ed un signore.
Ho chiodi in una scarpa e petali nell’altra.
Straziami ma di baci saziami.
Lulù, gli occhi tuoi blù.
Nel bianco l’assenza del colore, nel nero l’essenza.
A Po’, ma vaffanculo.
…e allora combattiamolo questo obnubilamento!
Obnubilamento hai le ore contate!
Quello che dico è che non si può essere tolleranti solo su ciò che condividiamo. Mi sembra, poi, che questo sia l’errore storico più grande della sinistra, che si professa democratica e poi taccia di ‘fascismo’ chiunque esca da binari neanche troppo definiti.
Inoltre, per risponderti, credo che il vero problema sia discutere su un argomento dopo aver cercato di capirlo e di comprenderne le ragioni non tanto non voler parlare di ciò che che ci tocca intimamente.
O, forse, volevi dire che quando un tema ci riguarda non riusciamo a essere lucidi… ma pensa anche alla lucidità di chi se ne frega di certi temi ma li usa come bandiera per guadagnare consensi. Questo è ciò che dovremmo combattere: l’obnubilamento delle menti, la volontà d’impedire la conoscenza, la necessità di impaurire e confondere per ottenere risultati personali a discapito degli altri.
Gli spunti sono tanti ovviamente.
Quello che chiedi, cioè che si possa discutere sulle idee degli altri, mi sembra giusto ma non si sa perché la maggiorparte delle volte si riesce a discutere solamente di argomenti che non ci toccano intimamente.