Sdegno
E’ ciò che provo dinanzi all’indegno show che tutte le principali Tv trasmettono da quando si è diffusa la notizia della morte di Eluana Englaro. Parole retoriche, facce affrante e affermazioni violente da parte di chi non ha mai conosciuto questa ragazza. Ipocrisia del mondo politico, del Vaticano e dell’informazione che, come è ormai abitudine in questo paese, fanno scempio di una vita tragica e sfortunata, di un dolore privato. Vergognosa la rissa in senato, ‘messa in scena’ da quelli che la maggiornaza ha deciso ci rappresentassero.
“E’ morta mentre si votava per salvarle la vita”. Ma di quale vita si parla? Falsi sentimenti sciorinati senza pudore, contribuiscono a fare della vicenda il capro espiatorio dell’inettitudine del nostro governo. E, mi chiedo, perchè non pensare alla vita di chi soffre? Perchè chi è ammalato di sclerosi multipla vive solo 30 ore di solidarietà per poi cadere nel dimenticatoio nel resto dell’anno? Perché l’assistenza specializzata costa così tanto e non siamo attrezzati per alleviare la sofferenza di chi è ancora in vita?
Fra una settimana Eluana sarà dimenticata, la costituzione avrà subito ulteriori attentati e nessuno se ne sarà accorto, distratto dagli stupri di massa e occupato a recitare inutili rosari per qualcuno morto ormai da diciassette anni. La chiamano cultura della vita.
D’accordo con te su tutti i fronti.
Quanta retorica tra i media ma soprattutto quanta violenza nascosta, quanta imposizione e quanto inquinamento culturale.
La cura della persona in Italia non esiste, semplicemente perché nella cultura cattolica che poi è quella “nostra” dominante la persona è subordinata a un Dio che per quanto buono è e sarà comunque “superiore”.
L’ipocrisia e la mancanza di affettività purtroppo vince su tutto.