Scatole
“Da una parte c’è la scatola della donna potente, dall’altra la scatola della fidanzata e della moglie. E io non so come stare nelle due scatole”.
“Io non voglio vederti in una scatola. Ti amo proprio perchè non ci stai”.
Calista Flockart e Rob Lowe in Brothers&Sisters, 1°episodio 2°stagione
Ci ho pensato molto a questa frase e, sebbene ognuno di noi sia convinto di usare le scatole solo per conservarci foto, lettere e altri ricordi, capita sempre un momento della vita in cui senza accorgersene ci si ritrova chiuso dentro. E ci si chiede: ma chi mi ha messo dentro questa scatola? A ben guardare, nessuno ha il potere di rinchiuderci a meno che non siamo noi stessi a chiederlo. Il discorso sembra scontato, ma la riflessione di questi giorni è: attualmente non sono rinchiusa in nessuna scatola e questo dopo aver combattuto lunghe battaglie per uscire da quelle in cui mi avevano spinto a entrare, eppure mi ritrovo circondata da “inscatolati” e questo, a volte, mi fa sentire isolata.
Ci sono momenti, per fortuna solo momenti, in cui subisco il fascino delle scatole e cerco di capire in quale dovrei entrare… poi, però, mi rendo conto che non sarei più capace di starci dentro e allora cerco di trovare qualcuno che ne voglia uscire per venire a vedere il mondo con me. Ma le scatole sono comode e, credo, il mondo dovrò andarlo a vedere da sola (come del resto faccio da anni).
@marvin
…quoque tu che le collezioni pure!! 😉
che scatole!!!
😀
E’ giusto.
Di sicuro ci vuole un sacco d’impegno per tirarsi fuori dalle scatole nelle quali ci tuffiamo volentieri…
Di sicuro, meglio soli che male accompagnati…
Di sicuro il tiramisù di Pompi non lo posso mangiare… (ma il montblanc sì!…si scrive così?)
Ma, di sicuro c’è che amo gli “umani” e non curarsi di loro è impossibile per me.
Etichette cerco di non metterne o, meglio, cerco di sospendere il giudizio e sto a vedere ciò che succede, ma a volte è dura guardare dal di fuori qualcuno che ami rovinarsi la vita, senza che se ne renda conto.
Poi ci sono quelli che ami che invece non se la rovinano ma, a volte, ti passano sopra senza rendersene conto…
A volte mi sento come Calimero, piccolo, brutto e nero…
La scatola mia è cabrio, vieni ar Pincio commé a fa’ le sgommate? Metto pure a palla Luigino Vannelli, tié. Poi potressimo vede’ l’alba e annare a magnare i cornetti a via Arbalunga o te te pii er tiramesù da Pompi, ah no, sei ceciliaca. Mannaggia.
Vacce da sola a guarda’ il mondo, ma chi te cerca chi te vole! Nun c’hai manco ‘na scatola…
Il problema delle scatole è uguale a quello delle etichette (e dei tag, se è per quello…)
Gli umani hanno un disperato bisogno di classificare e catalogare tutto ciò che li circonda, inclusi gli altri umani. Non è un caso che anche questo post abbia i suoi tag, giusto?
Inscatolare una persona dà sicurezza, perchè si sa chi è semplicemente leggendo l’etichetta. Non si deve nemmeno fare lo sforzo di controllare la lista degli ingredienti…
Il problema, in definitiva, sono gli umani.
Solo che disfarsene non è possibile, o per lo meno non nella maggior parte dei sistemi giuridici.
Per fortuna, però, basta non curarsi di loro. Anche se la cosa, mi rendo conto, richiede un certo impegno…
Ma si… in fondo sempre meglio soli che male accompagnati 🙂