Tanto rumore per nulla
Ho sempre considerato la domenica una giornata triste. Quando ero piccola perché non vedevo l’ora di tornare a scuola (sì, lo so, non ero una bambina normale), da adolescente perché c’era sempre un idealistico principe azzurro che mi faceva aspettare, da adulta perché è l’ultimo giorno di dolce far niente, prima di ritornare allo stramaledetto lavoro.
Da un pò di anni a questa parte, però, la sottile malinconia che precede il lunedì non mi ha impedito di godermi sane e ricreative domeniche di vario genere.
Oggi, dopo aver navigato un pò su Internet alla ricerca di materiale per un articolo, aver discusso con gli amici della galassia nel forum e aver risposto a qualche telefonata, mi sono imbattuta in un film che avevo perso: Apocalypto di Mel Gibson.
Il film è stato accompagnato da numerose polemiche e, in effetti, ne avevo sentito parlare male da tutti, tranne da un amico il cui giudizio mi ha invogliato a vederlo.
Apocalypto, infatti, è un film coinvolgente che ti tiene incollato allo schermo dall’inizio alla fine. Se contiene effettivamente delle inesattezze storiche sono giustificate dal fatto che si tratta di una storia romanzata e non di un documentario. Mi vengono in mente altri film che, nonostante gli errori storici, hanno avuto un grande successo; uno su tutti Il gladiatore, che di inesattezze documentate ne aveva più di una.
Per non parlare poi del divieto per i minori di 14 anni a causa delle scene troppo cruente, richiesto e ottenuto dal Codacons, in seguito alle proteste dell’Associazione Genitori delle scuole cattoliche… Una delle prime cose che ho pensato, invece, è che sarebbe un film da far vedere ai ragazzi, poiché rappresenta e ricostruisce una plausibile realtà in cui la violenza era all’ordine del giorno e gli indigeni erano naturalmente sottoposti alle elementari leggi per la sopravvivenza.
Senza dilungarmi sul fatto che la violenza contenuta in molte pellicole è molto più gratuita e ingiustificata di quella mostrata da Mel Gibson, vi dirò che il film mi ha fatto venire voglia di rispolverare la storia. Lo stesso effetto me lo avevano provocato le sue pellicole precedenti, Braveheart e The Passion e questo, secondo me, significa:
a) che il film è riuscito;
b) che i film bisogna vederli e non fidarsi a occhi chiusi dei giudizi di amici e critica;
c) che la domenica non è poi così triste se non fosse che dura solo 24 ore! 🙂
E mettamoci pure tutta la serie delle Vacanze Natalizie dei Vanzina va! 😉
Visto che ne valeva la pena, Vic? 🙂
Pensa che quando è arrivato nelle sale c’è stato qualche idiota che, oltre a definirlo ‘violenza gratuita’, lo ha addirittura paragonato a un videogame! Certi critici li legherei come il protagonista di Arancia Meccanica costringendoli a vedere, nell’ordine e senza interruzione, La Corazzata Potëmkin, Giovannona Coscialunga e Ichi The Killer… 😛