Ricomincio da Me
E’ sempre la stessa storia: ogni occasione è buona per fare bilanci. La fine dell’anno, l’inizio di quello nuovo, il compleanno, la laurea, la promozione e così via, tutti che ti chiedono di fare buoni propositi. Ma se ne volessi fare solo di cattivi?
Se volessi smettere una volta per tutte di rispondere a tutte le telefonate di quelli a cui non interessa come stai ma vogliono solo vomitarti addosso i loro problemi per poi chiederti un consiglio?
Se volessi smettere di preoccuparmi di offendere la sensibilità di chi, alla prima occasione, ti guarda dall’alto in basso solo perché è invidioso e non capisce niente di quello che dici e che pensi?
Se volessi smettere di dare una chance a uomini mediocri che l’unico pregio che hanno è quello di sembrare uomini veri e non ‘esseri indefiniti’ che si sfoltiscono le sopracciglia e s’incremano il viso?
E se volessi smettere di innamorarmi di ‘esseri indefiniti’ che si sfoltiscono le sopracciglia e s’incremano il viso che l’unico pregio che hanno è quello di accompagnarti a fare shopping come farebbe la tua migliore amica?
Se volessi smettere di fare buon viso a cattivo gioco anche quando l’unica cosa che vorrei è trovarmi in un videogame in cui poter sparare a tutti i mostri e i cattivi, sapendo che dopo il game over tutto ricomincia daccapo e io non ho ucciso nessuno?
E se fossi stanca di tutti questi se?
L’unico proposito, buono o cattivo che sia, è quello di ricominciare da me, senza sconti ma anche senza sensi di colpa. Quel “comincio” che quando ero piccola mi spaventava tanto, come il primo giorno di scuola.
E allora ricomincio ancora una volta, senza buttare niente, ma archiviando nello scatolone sopra l’armadio quello che non serve. Ricomincio anche qui, su questo pianeta dove si può parlare di cose serie e stupidaggini, dove si e ci si prende in giro e poi si riflette. Un pianeta che è mio, ma anche di chi ha voglia di dire la sua e confrontarsi sulle esperienze e sui luoghi comuni, sulle delusioni, sulle gioie e sulla vita quotidiana che spesso è più complicata di una fiction.
Caro LUCYpher, Parigi mi sembra un buon compromesso, sebbene la Tour Eiffel non sia la mia preferita.
E poi mi dico: ma come, mi accusi di chiudermi dentro una scatola di vetro e poi mi inviti a restarci?! Ma insomma, mi sarei aspettata un’idea più ‘evasiva’ da un diavolo come te! 🙂
@VanPelt
Manhattan per ora niente… se vuoi dovrei averne una con la Tour Eiffel, maledetti francesi (la palla me l’hanno regalata, che s’era capito?)!
Dear Sir,
sapere di ‘sentire’ laddove non si vede è una grande consapevolezza, considerato che nella maggior parte dei casi ‘vediamo senza sentire…’
Dove il mio cane passeggia si trovano solo cani, dove passeggio io c’è solo desolazione.
E’ la nebbia che ci porta in quei luoghi perché là dove non vediamo la strada proviamo il brivido dell’incoscienza e sentiamo la dolcezza del nostro essere…
@Willy
anche io so cosa significa… 😉
Per giunta nevica sempre dentro quelle bolle di vetro… io odio la neve! Mi hanno persino detto di provare ad assaggiare la neve gialla, ma io, furbo, mi sono sempre rifiutato…
@LUCYpher
ahh, allora sei tu che mi tieni prigioniera sulla tua scrivania!
Invece di Babbo Natale con le renne, però, potevi comprarmi una palla di vetro con Manhattan… sono una di città 🙂
@Sir pent
E se il cane l’avessi portato giù, fumando una sigaretta, dopo aver letto questo post?
E se il tuo ego dipinto di legno lo tenessi sempre a portata di mano per indossarlo tutte le volte che non vuoi prendere in mano una situazione?
E se dietro il nick “sibilantemente serpentino” si nascondesse un nobile pentito di discendenza bretone? 🙂
Chissà, Sir pent, che un giorno scendendo a portare giù il cane tu non possa incontrare una piccola impertinente che ti chiede di accendere…
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pelt sa cosa significa.
sei una sagoma. la spa sarà tua.
A me piace sorridere, proprio come lucy e tutti questi “SE” se sono tanti in un post sono veramente pochi in una vita.
Mi sembra che tu stia parlando di una scatola di vetro: ti ci chiudi dentro perchè vuoi che ti vedano, ma vuoi sentirti protetto/a e riparato/a.
E se non mi andasse di leggere questo articolo? E se non lo avessi letto e avessi fatto altro, come portare a spasso il cane oppure accendermi una sigaretta?
E se dipingessi di legno il mio ego per abbandonarlo in fondo ad un vicolo buio e prendessi in mano la situazione? C’è da pensare…